Luci(o) a Lipari... "io c'ero"

Luci(o) a Lipari... "io c'ero" Peppe Paino 18 agosto 1987. Io c'ero a quella che viene definita ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza, la più bella manifestazione organizzata a Lipari e nelle Eolie. Quel concerto che, Lucio Dalla tenne a Lipari, nel teatro naturale della cave di pomice, resta indelebile nella mia memoria e di quanti hanno avuto la fortuna di vederlo. Per una cicatrice che ancora segna la mia mano destra, causata dallo struscio fortuito (nonostante me ne avessero detto di tutti i colori) con un bicchiere rotto e per quello spettacolo di luci, musica, stelle in un paesaggio lunare che ,ne sono sicuro, meravigliò lo stesso Dalla. Ero alle prime esperienze di lavoro. In un affollato ristorante dell'isola accadde che mi ferii, fortunatamente, in concomitanza con quell'evento. Tutta Lipari era in fermento, turisti e... che turisti, compresi. Qualche punto di sutura all'ospedale e via, a bordo della vespetta 50 con il biglietto acquistato 20.000 mila lire, verso Porticello. Per la strada il massimo dell'organizzazione: i Vigili urbani diretti sul campo dal comandante Stefano Mazza con i Carabinieri del maresciallo Giuseppe Gisabella. Un servizio di controllo impeccabile, anche con la collaborazione della ditta Urso con i suoi bus. Era un'altra Lipari, insomma. Decisamente da vivere fino alla fine di tutte le sue sfumature quotidiane, persino per un ragazzino come me che si perdeva tra le famose spiagge bianche dove gli ormoni adolescenziali entravano in subbuglio, i campi da tennis di Balestrieri e il lavoro serale ( anzi il servizio militare anticipato) voluto da papà per farmi le ossa. Era una Lipari che regalava profonde emozioni. Salivi, accompagnato, per la strada ricavata nella montagna ed ecco, improvvisamente, lo spazio bianco in un luogo da favola con tanto di yacht giù, a Pietra Liscia. Una serie di sedie e banchi nelle prime file, poggiati sul fondo "borotalco" e poi tutti in piedi ad invocare l'arrivo del grande Lucio e del suo gruppo accolti e accompagnati per due ore da scroscianti applausi fino consumare le mani per quella notte d'incanto tra una poesia e l'altra come tali sono ancora oggi "Com'è profondo il mare" o " Itaca". Eh si, perchè se è vero che se la vita fugge ma vivente resta nell'arte ringrazio ancora Dalla per avermi fatto vivere e scoprire quell'isola che, purtroppo, oggi, non c'è più.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 3/2/2012

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