"Le cose belle" si aggiudica il SalinaDocFest

"Le cose belle" si aggiudica il SalinaDocFest Michele Merenda SALINA – Il premio “Tasca d'Almerita” dell’edizione speciale del SalinaDocFest 2012, intitolata provocatoriamente “Esercizi di Resistenza - Quale Futuro?”, va al documentario “Le cose belle” di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno. Il riconoscimento è stato assegnato da una giuria altamente specializzata, formata dalla montatrice Ilaria Fraioli, la scrittrice Lidia Ravera, il direttore del FIDMarseille Jean Pierre Rehm, i registi Gianfranco Rosi e Daniele Vicari. In una Napoli in cui il tempo non esiste, gli autori si chiedono: «Ma allora, le cose belle arriveranno? O le cose belle erano prima?». «Si può raccontare il passato – scrive nelle motivazioni la giuria –, cadere nel presente, prevedere il futuro, ma è raccontare il tempo la sfida più difficile. È questo il piccolo miracolo del film "Le cose belle" di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno, raccontare il tempo, raccontare la vita, nel suo dipanarsi apparentemente ripetitivo, documentarne le attese, testimoniarne i conflitti, approfondirne la gioia casuale. Con lo stile rapido e neutrale del cinema di realtà e il sommesso lirismo del melodramma, intrecciando la forza delle parole-documento con l'enfasi melodica dell'eterna sceneggiata napoletana e l'accuratamente misera verità degli ambienti con la bellezza dei volti, la profondità degli sguardi, l'esattezza delle inquadrature. Il tempo picchia duro – si legge più avanti –, sull'innocenza di uno sguardo, sui lineamenti di un viso, sulla grazia di un corpo leggero, sulla forza propulsiva di una speranza. Gli autori registrano i danni del tempo e del destino, la vischiosità del reale, l'evanescenza del sogno. Allora, quasi senza rendercene conto, nella storia di Fabio e Adele e Enzo e Jessica e il loro padri e le loro madri, incominciamo a leggere la storia di tutti noi. Ed è questa "la cosa bella". "La cosa bella" è il cinema». Il Premio del Pubblico è andato invece a “Il limite” di Rossella Schillaci, che nella passata edizione con “Altra Europa” aveva vinto ex equo con la coppia di registi Danilo Monte e Filippo Papini il premio “Italia.doc”. «Il documentario è davvero popolare – ha dichiarato Beppe Fiorello, ospite d'onore di questa edizione speciale del SalinaDocFest, presente alla premiazione –. Non c'è fiction. Racconta alla gente la realtà. Per questo sono stato felice di accettare l'invito della direttrice Giovanna Taviani. Felice di esserle vicino in questo momento di grande difficoltà, per la cultura e per la Sicilia». Da citare, tra i tanti appuntamenti, lo spazio “SpotDall’Isola-ControLeMurtilazioni” con “Pakistan/Infibulazione” di Riccardo Fiore e, in collaborazione con Film Femmes Méditerranée de Marseille, “L’âge adulte” di Eve Dichemin. «Il documentario narrativo – scrive il Direttivo in un comunicato –, da sei anni al centro di questa piccola ma preziosa manifestazione, è ancora considerato, nel nostro paese, un genere di nicchia, nonostante il grande successo che ormai riscuote nel resto mondo. Eppure, a dimostrazione che in fondo l'Italia e gli italiani sono meglio di come qualcuno li racconta, è stata proprio una colletta popolare a salvare il festival di quest'anno. Una colletta a cui hanno aderito aziende e privati, sull'onda di un entusiasmo sorprendente». L’appuntamento di quest’anno, dopo il concerto del 22 di Edoardo Bennato a S. Marina Salina, in cui sono state messe a nudo le autentiche radici del rock, si è concluso la sera del 23 a Malfa con le suggestioni intense e mediterranee di Enzo Gragnaniello coadiuvato dai Sud Express. Ad inizio serata, il documentario musicale “Radici” di Carlo Luglio, proprio su Gragnaniello. (nelle foto: una scena del film e il regista Piperno)

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/24/2012

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