Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente

Sulla Via della Seta. Antichi sentieri tra Oriente Più di duemila anni fa, mercanti, pellegrini e soldati affrontarono le ripide montagne e i pericolosi deserti dell'Asia centrale per scambiare beni di lusso, reperire testi sacri, conoscere e dominare popoli lontani: fu così che a poco a poco si creò quella rete di percorsi riassunti poi sotto il suggestivo termine di "Via della seta". La mostra ripercorre il lungo viaggio da oriente verso occidente nel periodo tra il VII e il XIV secolo d.C, rappresentando la moltitudine di culture che animavano la Via della Seta attraverso la ricostruzione di quattro città simbolo: Chang'an, l'odierna Xi'an, la capitale cosmopolita della dinastia cinese dei Tang; Turfan, città-oasi del deserto del Gobi; Samarcanda, grande centro mercantile e culturale e Baghdad, capitale del mondo islamico e sede del califfato. Una sezione approfondisce il rapporto di alcune città italiane - soprattutto Venezia e Genova - con l'estremo Oriente negli ultimi secoli del Medioevo. Infatti, se Marco Polo è certamente il viaggiatore più conosciuto, va ricordato che non è stato il solo a cercare fortuna in Cina ai tempi del dominio mongolo: le fonti documentarie testimoniano con assoluta certezza la presenza di un nutrito nucleo di mercanti italiani nella Cina dell'epoca. Si parte dalla capitale della dinastia Tang (618-907 d.C.), situata nel cuore della pianura centrale cinese e contraddistinta da tolleranza religiosa e da una solida struttura amministrativa. I numerosi reperti di statuine raffiguranti cammelli carichi di merci e palafrenieri, dignitari, attori, musici con tratti marcatamente stranieri, creano un'immagine viva e movimentata della metropoli da cui partivano le carovane dirette a nordovest. Grazie al suo sofisticato sistema di irrigazione, l'oasi di Turfan, situata sulla rotta che circonda a nord il deserto Taklamakan, diventò uno dei grandi centri commerciali della Via della seta. La ricostruzione fedele di un "karez" di irrigazione consente al visitatore di rendersi conto della portata di quest'invenzione, che ha permesso la trasformazione di piccole oasi in centri urbani circondati da terreni agricoli. Situata nell'odierno Uzbekistan, Samarcanda era il cuore della civiltà sogdiana, i cui mercanti arrivavano fino in India, in Persia e in Cina. Vi si poteva trovare ogni bene di lusso e genere di svago, ma la città rappresentava anche uno dei più importanti punti d'incontro tra culture lontane. La mostra mette in evidenza come l'uso della carta abbia reso possibile la documentazione di transazioni commerciali e la trasmissione di testi sacri. La città di Baghdad, fondata nel 762 d.C. sulla riva occidentale del fiume Tigri, fu la capitale della dinastia araba degli Abbasidi. Verso la fine dell'VIII secolo Baghdad era il centro intellettuale del mondo islamico, in cui fioriva la ricerca nel campo della scienza, della letteratura e della tecnologia. Esempio dell'alta tecnologia artigianale raggiunta all'epoca in questi territori è la produzione di oggetti in vetro. Da Baghdad le strade si dividevano: a sud le carovane proseguivano verso il Golfo Persico, mentre a nordovest, attraverso la Siria, giungevano al Mar Mediterraneo. Cambiamenti politici e progressi tecnologici fecero però incrementare il commercio via mare, più veloce e più sicuro. Così, tra il IX e il X secolo, il trasporto marittimo crebbe e le merci iniziarono a partire dalle coste meridionali della Cina. La sezione realizzata in esclusiva per la tappa italiana, mette a fuoco il rapporto tra la Via della seta e l'Italia all'epoca dell'impero mongolo, nel XIII-XIV secolo, quando un gruppo di mercanti italiani si stabilì nella Cina dominata da Kubilai Khan e dai suoi successori, missionari europei giunsero in Estremo Oriente e ambasciate mongole arrivarono fino alla sede del Papa. Le miniature documentano l'immaginario esotico nato attorno alle notizie che provenivano dall'Oriente, mentre un manoscritto mercantile del XIV secolo offre consigli pratici per il viaggio, inclusi itinerari, tempi di percorrenza, dazi, popoli e città. Una selezione dei prodotti importati dall'Oriente documenta come il commercio dell'epoca non fosse unilaterale né limitato alla seta, bensì basato sullo scambio reciproco di articoli di lusso. Fino al 10 marzo al palazzo delle Esposizioni.

a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 10/30/2012

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