Refugee Hotel e Born Invisible

Refugee Hotel e Born Invisible

In piazza Sant’Egidio, nel Museo di Roma in Trastevere, due straordinarie e toccanti mostre fotografiche, che ci sbattono in faccia problemi attualissimi della nostra società. I fotografi Sheila McKinnon e Gabriele Stabile illustrano con stili profondamente diversi e tecniche raffinate, il dramma di donne e di rifugiati, inchiodando il visitatore davanti alle immagini. Cinquanta fotografie ed un video  di Sheila McKinnon urlano il silenzio, l’esistenza di donne senza una voce e di anime le cui vite sono gestite da terzi senza il loro consenso. Utilizzando una tecnica unica nel linguaggio artistico, la fotografa canadese ha sviluppato il proprio lavoro elaborando un processo creativo per cui ogni immagine può essere trasformata per diventare la rappresentazione significativa di migliaia di vite. L’artista regala nuovi modi di vedere le immagini, senza mai abbandonare la potenzialità del contenuto compositivo. McKinnon usa il colore in un modo accattivante, come un’esca per attirare la nostra attenzione verso il soggetto centrale: la vita della figura nel fotogramma. Resta il colore, da sempre discusso e apprezzato nell’opera dell’artista, l’elemento fondamentale che affascina emotivamente e riporta al dibattito in corso in tutte le società sui diritti delle ragazze e sul ruolo delle donne, sulla sessualità e sulla parità di genere. In mostra nello stesso Museo anche cinquanta scatti realizzati dal fotografo Gabriele Stabile fra il 2006 e il 2012 in bianco e nero e kodachrome.

Refugee Hotel è il racconto di un viaggio dei rifugiati appena sbarcati negli Stati Uniti che inizia con la prima notte americana, passata in un motel sulla strada dell'aeroporto. Per definizione un rifugiato è una persona che ha attraversato un confine per sfuggire ad una persecuzione religiosa, politica, sessuale o etnica. Ogni anno decine di migliaia di rifugiati vengono reintegrati negli Stati Uniti. Per sei anni, in collaborazione con l'Organizzazione Internazionale delle Migrazioni e altri importanti gruppi umanitari, Gabriele Stabile ha lavorato in diversi Stati dell'Unione per fotografare rifugiati cubani, africani, asiatici e mediorientali, dal momento in cui entravano in America attraverso il cruciale e doloroso processo di reinserimento. Una volta arrivati in America, infatti, i rifugiati si scontrano con le difficoltà legate all'inserimento in nuove comunità e all'adattamento a nuove regole di convivenza, impattando in una lingua ed in una cultura profondamente diverse da quelle di origine. A queste battaglie quotidiane bisogna aggiungere traumi, nostalgia e memoria che si portano dentro. Alienazione ed estraneità nelle cittadine del Centro degli Usa, dove tentano una nuova vita, sono tanto evidenti quanto irrisolvibili. Grande la riflessione che stimola questa mostra sulle politiche di accoglienza e sul dramma che stiamo vivendo a livello internazionale anche dentro casa nostra. Se succedesse a noi?

di Daniela Bruzzone

 



Data notizia: 9/3/2014

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Refugee Hotel - Born Invisible - mostre fotografiche - Museo Roma Trastevere -



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