Memling a Roma

Memling a Roma

Fino al 18 gennaio alle Scuderie del Quirinale c’è una grande rassegna dedicata ad Hans Memling, l'artista protagonista assoluto del Rinascimento fiammingo nella seconda metà del Quattrocento. Poco si conosce dei primi anni di Memling, se non che l’artista nasce in Germania tra il 1435 e 1440 e che, dopo la morte di Rogier van der Weyden sotto cui si forma, diviene il pittore più importante di Bruges, cuore finanziario delle Fiandre e fiorente centro di produzione artistica.
La mostra esamina ogni aspetto della sua opera, dalle pale monumentali d'altare ai piccoli trittici portatili, fino ai celebri ritratti, genere in cui Memling, perfezionandone lo schema, esercita una fortissima influenza anche tra molti artisti italiani del primo Cinquecento. Il pittore infatti raffigura spesso i suoi soggetti davanti a un’ambientazione architettonica o paesaggistica, una tipologia di composizione che ne sancisce il successo e che viene presto adottata da artisti italiani come Sandro Botticelli, Pietro Perugino e Leonardo da Vinci. È proprio questo genere di ritratto a essere considerato il più importante contributo di Memling alla storia della pittura.
La mostra si propone anche di approfondire le forme di mecenatismo che hanno fatto da propulsore per la carriera dell'artista. Più dei contemporanei, Memling diventa il pittore preferito della potente comunità di mercanti e agenti commerciali italiani a Bruges, in qualità di erede dei  maestri fiamminghi ormai scomparsi, Jan Van Eyck e Rogier van der Weyden.
Oltre a capolavori di arte religiosa provenienti dai più importanti musei del mondo, tra cui dittici e trittici ricomposti per la prima volta in occasione della mostra, come il monumentale Trittico della famiglia Moreel, spettacolare fondale del percorso espositivo al primo piano, la mostra presenta una magnifica serie di ritratti tra cui Ritratto di giovane,  il Ritratto di uomo - eccezionale prestito della Regina Elisabetta II -, il Ritratto di uomo da New York e il Ritratto di uomo con moneta romana da Anversa.

In contrasto con le sue pale d’altare di maggiori dimensioni, Memling crea anche numerose tavole più piccole e intime, destinate ad esaltare l’esperienza religiosa del proprietario in un contesto privato. Molto di moda all’epoca, il formato sottolinea l’abilità dell’artista nel descrivere i dettagli più minuti e apparentemente irrilevanti. La natura tattile e personalizzata permette anche un rapporto particolarmente intenso con le figure chiave della dottrina cristiana. Una parte forse ancora più importante del mercato dell’arte fiammingo è costituita dalle immagini devozionali su singolo pannello, come ad esempio i tondi di Memling, fatti per essere girati tra le mani durante la preghiera o per essere agganciati ad un muro, connessi probabilmente alla nascita della Devotio Moderna, una riforma religiosa popolare incentrata sulla natura umana di Cristo.
Memling, che nel 1480 risulta fra i più ricchi abitanti di Bruges, si spegne nel 1494, rimanendo fino ai nostri giorni uno dei più celebrati tra i maestri primitivi fiamminghi. Fino al 18 gennaio alle Scuderie del Quirinale.

di Daniela Bruzzone



Data notizia: 10/15/2014

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Memling Roma - Scuderie del Quirinale - Hans Memling - arte fiamminga -



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