Kaos, "Colloquio con la madre"

Era il 1983 quando i fratelli Taviani ambientarono nelle cave di pomice di Porticello e nella zona di Punta castagna a Lipari uno degli episodi del film Kaos dal titolo Colloquio con la Madre. I registi vollero dare voce cinematografica alla novella di Pirandello, tratta dalla raccolta Kaos, così da render vive più che mai quelle emozioni nostalgiche carne di ogni parola d’inchiostro scritta dall’illustre siciliano. Luigi, dopo la morte della madre si sente chiamato, al fine di ricucire i vecchi legami, a lasciare Roma per ritornare nella natia Sicilia, terra lasciata per ambire ad alti fini lavorativi che negli anni hanno logorato l’autenticità di un rapporto materno.
Sceso in una vecchia e piccola stazione perduta, viene accompagnato alla casa di origine da un compaesano che lo riconosce e lo accoglie così da annullare gli anni che lo hanno visto assente. Presto Luigi si accorge che in casa non è solo, ma il fantasma della madre, seduta sulla antica poltrona barocca, lo aspetta per rincuorarlo della propria morte e per lasciare al figlio un ricordo felice del grembo che gli ha donato la vita. Con un amabile flashback la madre rinarra a Luigi una storia sentita così tante volte, da esser divenuta elemento di legame tra i due, storia che ripercorre il viaggio che la donna fece in tenera età per raggiungere il padre esiliato a Malta. Partiti alla svelta sulla tartana di Figliodoro pescatore delle eolie, la famiglia è costretta a fermarsi a Lipari per aspettare che il vento, dopo aver donato una piacevole quiete, riprenda a soffiare. Sbarcati nelle cave di pomice la famiglia si diverte scalando di corsa la bianca montagna sabbiosa, per vedere dall’alto l’infinito blu del mare e per sentire così forte quel sentimento di libertà che ora si preme tramandare.
L’ultimo insegnamento della madre prima della propria morte era proprio questo: ridonare quella semplicità bambina che la frenesia quotidiana di Roma aveva tolto a Luigi.

di Beatrice Gamberoni

Data notizia: 3/17/2015