Sogno di una notte di mezza estate...

Dalla notte di San Lorenzo al 21 agosto prossimi, nel teatro shakespeariano capitolino è in scena uno dei grandi classici: Sogno di una notte di mezza estate.
Il regista Riccardo Cavallo racconta il testo e svela il fascino dell’opera. La notte di mezza estate è una notte magica e il titolo stesso ne rivela l’atmosfera onirica, anche se la notte in cui si svolge gran parte dell’azione è quella del calendimaggio, quindi la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate. L’augurio è quello di un risveglio gioioso. Ma è davvero così?

Tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle luci e delle ombre). I sogni possono trasformarsi in incubi: il dissidio fra Oberon e Titania che svela un terribile sconvolgimento nel corso stesso delle stagioni; il rapporto tra Teseo e Ippolita e la brutalità di certi insulti che gli amanti si scambiano sotto l’influsso delle magie di Puck sono gli ingredienti che rendono unica questa opera teatrale.

Sogno di una notte di mezza estate, scritta in occasione di un matrimonio, è come una serie di scatole cinesi. All’esterno dell’opera ci sono la sposa, lo sposo e il pubblico, all’interno le coppie, Teseo e Ippolita, Titania e Oberon e i quattro innamorati e nell’opera dentro l’opera, i teatranti, la vicenda di Piramo e Tisbe. In questo mondo stregato regna il capriccio, il dispotismo di Oberon che attraverso Puck gioca con i mortali e con Titania, per imporre il suo potere. Si compie quindi su Titania quella violenza che Teseo compie su Ippolita e che Egeo vorrebbe compiere sulla figlia costringendola a un matrimonio che respinge...

di Daniela Bruzzone

Data notizia: 8/4/2016