Quello che si compie ai Musei capitolini è un viaggio a ritroso nel tempo nei luoghi che conducono alla Basilica di San Pietro, raccontandone le profonde trasformazioni dall’antichità fino al Giubileo del 1950, anno in cui ne viene completato l'arredo urbano.
E proprio nell’anno in cui gli occhi di tutti sono puntati su San Pietro e tanti pellegrini attraversano via della Conciliazione, l’esposizione la mostra La spina. Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione, celebra luoghi che non esistono più, ma che sono stati a lungo custodi della memoria degli avvenimenti storici che hanno portato alla Roma di oggi, capitale dello stato e simbolo centrale della cristianità. Filo conduttore della mostra è la Spina nel doppio significato di toponimo derivante dalla forma allungata dell’isolato rinascimentale (scomparso) e di corpo estraneo estratto dal tessuto connettivo della città.
La demolizione della Spina dei Borghi e l’apertura di via della Conciliazione hanno lasciato una traccia concreta nella Roma moderna del superamento del dissidio tra Stato e Chiesa, grazie ai Patti Lateranensi, modificando la percezione del Vaticano anche sotto il profilo simbolico. A una prima contestualizzazione topografica dell’area, per mezzo di cartografie storiche e audiovisive, segue il racconto delle fasi di vita e di occupazione dei luoghi, attraverso reperti archeologici, opere d‘arte, frammenti di affreschi staccati, vedute a stampa, dipinti e fotografie, organizzati in tre grandi sezioni: Prima della Spina; la Spina dei Borghi; Cavare la Spina a San Pietro. Fino al 20 novembre ai Musei Capitolini.
di Daniela Bruzzone
Data notizia: 9/27/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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