Riapre il Palazzo delle Esposizioni

Dopo un lungo restauro riapre i battenti il Palazzo delle esposizioni in Via Nazionale, chiuso da cinque anni. Riapre con tre mostre di rilevanza internazionale: le opere di Rothko, Kubrich e Ceroli. Per molti anni si è attesa in Italia una grande mostra di Mark Rothko in uno spazio pubblico. La mostra presso il Palazzo delle Esposizioni (fino al 6 gennaio) mira a fornire un quadro generale dell'opera di Mark Rothko, coprendo l'intero arco della sua produzione attraverso gruppi di dipinti attentamente selezionati, che testimoniano le varie fasi del suo lavoro, rispettando così la concezione dell'artista stesso, che tendeva a realizzare dei veri e propri cicli pittorici. Il rigore della sua ricerca si esprime in una ossessiva attenzione sia alla qualità delle opere, alla loro dimensione e disposizione, sia al contatto con il fruitore: "dove le cose sono situate e come vengono percepite". Altro aspetto messo in luce è il rapporto dell'artista con l'Italia, dove si è recato a più riprese, confrontandosi con i monumenti del passato, attratto soprattutto dalla pittura etrusca e dal primo Rinascimento. La mostra si articola quindi per cicli, che corrispondono ai diversi periodi della produzione dell'artista, in linea di massima secondo una progressione cronologica. Per quanto riguarda i primi lavori di Rothko, si focalizza soprattutto sui dipinti, di dimensioni ridotte, eseguiti su supporto di tavole di gesso, di una qualità simile all'affresco, con delicate tonalità ed una consistenza sottile. In questo primo periodo rientrano anche i lavori di matrice surrealista, nei quali questa tecnica si perfeziona ulteriormente. Una selezione dei cosiddetti "Multiform", caratterizzati da macchie di colore, documenta un'ulteriore fase della sua ricerca, mentre un'ampia sezione è dedicata ai dipinti 'classici', ossia ai lavori più maturi realizzati a partire dagli anni '50. L'esposizione si conclude con le tele "Blackform", caratterizzate da una singola forma nera squadrata su fondo bianco, dipinte nel 1960, in cui emerge la ricerca della creazione di uno spazio spirituale, e con i cosiddetti "Black on Grey", che segnano il culmine di un'arte sempre più austera ed orientata verso nuove prospettive. La mostra comprende circa settanta dipinti, tra i più significativi della produzione dell'artista, provenienti dagli eredi (che hanno contribuito in modo determinante alla realizzazione della mostra), da importanti musei internazionali e da collezioni private. Dedicata a uno dei maestri indiscussi della storia del cinema, la mostra "Stanley Kubrick" (fino al 6 gennaio) presenta l'opera del regista americano ponendola in relazione con il materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick Estate, resi accessibili per la prima volta in quest'occasione: documenti inediti, copioni, appunti di regia, fotografie, testimonianze e filmati dal backstage, plastici, costumi e ricostruzioni di alcune delle più suggestive ambientazioni sceniche. L'obiettivo dell'esposizione è quello di condurre il pubblico "dietro la macchina da presa", mettendo in luce il personalissimo metodo di lavoro del regista, il suo costante interesse per l'architettura, il design, l'arte, la musica e la letteratura, e rivelando i segreti che si celano dietro ai numerosi espedienti tecnici che diedero forma ad alcune delle sequenze più celebri dei suoi lavori. Dopo un'introduzione di carattere biografico la mostra si articola per sezioni tematiche atte a ripercorrere l'intera filmografia del regista, compresi i grandi progetti che non hanno mai visto la luce, ma ai quali aveva lavorato a lungo, come Napoleon, Aryan Papers e A.I. (Artificial Intelligence), in seguito realizzato da Steven Spielberg. Alla sezione "Kubrick in bianco e nero", che raggruppa Il bacio dell'assassino, Rapina a mano armata e Lolita, segue quella dedicata ai film con soggetto bellico, quella incentrata sui film di carattere storico e i thriller psicologici. Particolare attenzione è dedicata a 2001: Odissea nello spazio. In questa sezione, oltre ai costumi e ai modellini, trova posto una ricostruzione della scenografia utilizzata per il prologo del film, realizzato grazie alla tecnica della "front projection", che viene riproposta in mostra permettendo ai visitatori di "entrare" nel set, diventando parte integrante della scena. Le attrezzature utilizzate per gli effetti speciali occupano, infatti, un posto di primo piano. La mostra è affiancata da una retrospettiva cinematografica che si svolge nel Cinema del Palazzo delle Esposizioni. La terza mostra del Palazzo delle Esposizioni è dedicata a Mario Ceroli (fino al 2 dicembre), uno dei maggiori scultori a livello internazionale. A partire dai primi anni Sessanta, e fino alle opere più recenti, l'artista ha sempre rivelato una straordinaria ‘pratica' nel lavorare i più vari materiali, oltre ad una grande creatività. Ceroli si può considerare un antesignano dell'arte povera, ed è soprattutto la sua ricerca sui profili, solitamente in legno, una ricerca di grande originalità, che avrà notevoli sviluppi sulla sua produzione: nota tra queste opere è La Cina (1966), una schiera compatta di sagome in legno che divengono un allestimento spettacolare, oltre ad alludere alla ideologia collettiva che ne era alla base. Bisogna ricordare i tanti allestimenti scenici realizzati dall'artista, per il teatro, per il cinema, per la televisione. Importanti i numerosi monumenti realizzati dall'artista. La mostra al Palazzo delle Esposizioni non vuole essere una antologica dell'opera di Mario Ceroli, ma piuttosto puntare sulla spettacolarità e sull'uso dei diversi materiali: il legno, il vetro, le terre colorate, la stoffa, la sabbia, la cenere. Quindi, oltre ad alcune opere rappresentative del lavoro precedente è stata appositamente creata, nella sala centrale, una grande installazione con polveri di colori e sagome in legno, e, nelle sale adiacenti, opere della sua più recente ricerca, realizzate con legno e cenere, con carte vetrate, colori ed altro. Tre grandi nomi per un Palazzo che dalll'inaugurazione nel 1883 ha sempre offerto ai visitatori grandi esposizioni.

a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 9/28/2007

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