Malattie renali, un registro mediterraneo

Riceviamo e pubblichiamo: GIARDINI NAXOS (3 ott) – Creare un “Registro mediterraneo delle malattie renali e della dialisi”: ecco l'obiettivo comune degli esperti, emerso nel corso del Primo Congresso della Società mediterranea di nefrologia a Giardini Naxos. I dati forniti in possesso degli specialisti erano incompleti e arretrati perchè risalenti al 2006: l'assise scientifica è servita ad aggiornarli, al fine di individuare non solo le patologie classiche, ma anche quelle emergenti legate ai reni, come il diabete, l'ipertensione arteriosa e altre malattie tipiche dell'età anziana, di frequente sottovalutate, con un potenziale effetto negativo determinante le perdita della funzionalità del rene. Quindi migliorare le aspettative dei pazienti e ridurre il rischio di diffusione di patologie oggi debellabili. Il registro infatti, abbraccia un'area di 423 milioni di abitanti (più vasta di quella statunitense che sfiora i 250) e consente partendo dalle indagini epidemiologiche l'individuazione delle cause scatenanti morbi con un raffronto fra le peculiarità delle zone interessate. Ciò permetterà un intervento più efficace in termini di qualità della vita e assistenza sanitaria e la presentazione all'Unione Europea di progetti di prevenzione più mirati. Una tregiorni quella di Giardini che vede protagonisti esperti provenienti da 12 paesi del bacino mediterraneo (Algeria, Bosnia Erzegovina, Croazia, Egitto, Grecia, Israele, Italia, Marocco, San Marino, Serbia, Slovenia, Tunisia), oltre agli specialisti messinesi e siciliani (Savica, Buemi, Fede, Mallamace, Santoro, Ricciardi). Una sessione è stata dedicata alle tossicità uremiche, approfondite da due fra i maggiori studiosi di tossine, Ray Vanholder di Ghent in Belgio e Goce Spasovsky di Skopje in Macedonia, che si sono soffermati sul valore altamente tossico per i dializzati della molecole omocisteina. Il gruppo di lavoro EDTA – ERA ha presentato indagini svolte in tutta Europa, al fine di riconoscere le principali tossine uremiche che danneggiano l'apparato cardio-vascolare nel 70% dei pazienti dializzati. La giornata inaugurale si è conclusa con la lettura “Il dolore in nefrologia” del prof. Guido Bellinghieri. “E' un sintomo spesso dimenticato o sottovalutato – ha ricordato il presidente della Società mediterranea di nefrologia – che però ha delle ripercussioni negative sia a livello fisico – psichico, che dal punto di vista sociale, perchè coinvolge la famiglia”. Studi recenti americani hanno dimostrato come la depressione dei familiari dei soggetti colpiti da dolore cronico è superiore 4 volte la media. “Il dolore, sintomo studiato fin dall'antichità – ha proseguito Bellinghieri – da Ippocrate ad Aristotele, da Sant'Agostino a Cicerone, è componente essenziale della vita umana. Come sosteneva Scheler la vita senza dolore non è completa, ma il ruolo dei medici è proprio quello di rimuoverlo il più possibile”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 10/3/2009

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