“Da Corot a Monet - La sinfonia della natura”

“Da Corot a Monet - La sinfonia della natura” “Da Corot a Monet - La sinfonia della natura” è il titolo della mostra nelle sale del Complesso del Vittoriano fino al 29 giugno. La rassegna conta centosettanta lavori tra dipinti, opere su carta, fotografie d’epoca inedite, che raccontano il percorso fatto dagli artisti nella rappresentazione della natura e dei suoi paesaggi. La rassegna offre opere di Corot, Rousseau, Duprè, Diaz de la Pena, Daubigny, Sisley, Pizzarro e Monet, che celebrano l’impressionismo, proprio indagandone l'intimo rapporto con la natura e ripercorrendo il filo rosso "naturalista" di quella magnifica stagione. E’ un vero e proprio viaggio al centro della natura. Anche per l'Impressionismo, seducente fenomeno artistico scoppiato nella seconda metà dell'Ottocento, può essere rintracciato un percorso che recupera lo spirito primordiale e le origini ideali. Ed è quello che si prefigge di raccontare la mostra. Davanti agli occhi del visitatore le intuizioni dei pittori della cosiddetta scuola di Barbizon, così chiamata dal grazioso villaggio immerso nella foresta di Fountainebleau poco distante da Parigi (meta doverosa per viaggiatori appassionati di impressionismo) dove coraggiosi artisti come Corot, Daubigny, Rousseau, Díaz de la Peña e Dupré negli anni Trenta dell'Ottocento si stabilirono per disegnare e dipingere all'aperto, in maniera - quindi - rivoluzionaria. Su tutti un modello in mostra è "Bordo dell'acqua a Optevoz" di Daubigny, nato sulla base di schizzi a olio, eseguiti forse su una barca a remi, e concentrato sulle minuzie naturalistiche, tra fiori selvatici, erbe, arbusti e alberi. Gli impressionisti, che ammiravano Daubigny, non fecero altro che "amplificare al massimo le innovazioni", rivela Eisenman, il curatore della rassegna. Tant'è che Monet, com'è noto, si costruì il suo bateau-atelier, lo studio galleggiante sulla Senna sull'esempio di Daubigny, ma "anziché guardare in basso verso le sponde dei fiumi per rappresentare la particolare morfologia, preferiva abbracciare con lo sguardo acqua e cielo, ponti, gitanti, passeggiatori, battellieri, braccianti e tutte le forme della natura e della cultura rivieresca", dice ancora il curatore. Ecco, allora, un repertorio di oltre centosettanta opere, tra dipinti, acqueforti e soprattutto fotografie di illustri autori come Cuvelier, Le Secq e Le Gray, mai esposte prima in Italia, che colgono l'attimo della vitalità naturalistica (sono forse la nota più interessante della mostra), e che ripercorrono questa sinfonia della natura. A partire dai maestri, dalle betulle, i canali, le strade in salita di Corot, alle paludi di Rousseau alle onde e alle gole nelle foreste di Courbet, alle montagne di Bonheur, ai fiumi di Duprè, alla foresta di Fontainebleau di Díaz de la Peña, agli intrecci di rami di Bresdin. Per poi gradualmente esaminare i guizzi di modernità radicale, che spiccano nelle pennellate nuove degli allievi. Dal ciclo di foreste, dei pini tagliati, delle vedute delle rive dell'Oise di Pissarro (con la sua personale dialettica del paesaggio), alle suggestioni acquatiche (veri e propri saggi sui fenomeni idrologici) di Sisley, alle primavere di Berthe Morisot (una delle poche donne pittrici del gruppo). Fino all'apoteosi con gli scorci paesaggistici di Monet, "pioniere della pittura ecologica", come lo definisce il curatore della mostra. Un repertorio di dodici quadri sfoggia i suoi geniali guizzi di impressioni, dall'"Effetto di neve al tramonto" ai "Giardini delle Tuileries", al "Ramo della Senna vicino Vetheuil" al "Prato" fino al "Campo di papaveri a Vétheuil", a segnare l'inizio delle sua divagazione visionarie verso lidi semi-astratti. E le "Ninfee", dove l'amata acqua viene posta al centro delle visioni. La mostra si chiude con una piccola grande testimonianza del ciclo delle Grandes Décorations, considerato la Cappella Sistina dell'Impressionismo. Opere nate nella sua casa-giardino di Giverny, dove Monet volle realizzare, come dice Eisenman "un'isola utopica" dove vivere la fusione totale con la natura. Monet, Corot e gli altri straordinari impressionisti al Vittoriano fino al 29 giugno.

, a cura di Daniela Bruzzone

Data notizia: 3/15/2010

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