Tra le più importanti nell'antica Roma, le sue acque erano ritenute salutari ed è fra le opere più emblematiche legate al mito dei Dioscuri.Il gruppo scultoreo dei due divini fratelli con i rispettivi cavalli e l’ara, che sui quattro fronti riporta immagini legate alla loro leggenda, insieme ad una solenne statua di Apollo e al puteale in marmo bianco del pozzo della sorgente. Il puteale riporta due iscrizioni che ricordano il magistrato Marcus Barbatius Pollio del I sec. a.C., il quale lo dedicò a Giuturna. Iuturnai sacrum si legge, in riferimento alla ninfa con la quale i romani personificarono la fonte sacra. I due miti del lacus Iuturnae sono collegati tra loro, in quanto la leggenda vuole che i Dioscuri siano apparsi ai romani per guidarli contro i Latini nella battaglia al lago Regillo per la difesa della caput mundi. Furono poi visti abbeverare i loro cavalli alla fonte di Giuturna e annunciare in città la vittoria. La sorgente, che scaturiva ai piedi del Palatino tra il Tempio di Vesta e quello dei Castori (come i romani chiamavano i Dioscuri privilegiando il nome di uno dei due gemelli divini), fu individuata dagli scavi di Giacomo Boni nel 1900. Più tardi, negli anni Ottanta, è stata oggetto di studio e ricerca da parte dell’Istitutum Romanum Finlandiae. Il gruppo dei Dioscuri fu trovato in pezzi nella vasca della Fonte di Giuturna e in seguito ricomposto, come risulta evidente dall'attuale stato di conservazione, al punto da far pensare che le statue fossero state intenzionalmente colpite. Grazie alla mostra, infatti, sono state restaurate le opere esposte. Il gruppo in stile arcaico è databile tra la fine del II sec. e l’inizio del I sec. a.C. Di età augustea il puteale, stando all’iscrizione riportata, mentre l’ara risalirebbe al II sec. d.C. Sui quattro lati vi sono raffigurati i Dioscuri, su un lato Giove e su un altro Leda, genitori dei gemelli, e sulla quarta faccia una figura femminile con una fiaccola, forse Giuturna. La statua di Apollo, databile I-II secolo d.C., che completa la rassegna nel tempio di Romolo è uno splendido esemplare in marmo greco che probabilmente decorava il vicino edificio, dove aveva sede l’amministrazione delle acque e degli acquedotti (Statio aquarum). L’area archeologica da cui provengono le preziose sculture è a poca distanza dal Tempio di Romolo dove sono presentate. Il punto dove sorgeva la fonte è facilmente identificabile: resta visibile il bacino con al centro il calco dell’ara, il cui originale è adesso in mostra. Un’edicola sacra, probabilmente il tempietto dedicato a Giuturna, e l’edificio in mattoni della Statio Aquarum,che in origine doveva essere decorato da numerose sculture, completano il sito della fonte più importante a Roma in età arcaica. Fino al 20 settembre al Foro Romano e Palatino.
di Daniela Bruzzone
Data notizia: 7/29/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!