Gazzetta del Sud
Michele Cimino
Palermo
Attenzioni e speranze dei 22.500 precari degli enti locali siciliani sono tutte rivolte all'incontro di domani tra il presidente della Regione Raffaele Lombardo, il ministro per l'Economia Giulio Tremonti e il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta. Da loro, Lombardo, che la settimana scorsa aveva incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, spera di ottenere la deroga al Patto di stabilità per gli enti locali e consentire, così, ai comuni interessati di procedere al rinnovo dei contratti in scadenza.
Il presidente ricorderà ai due ministri, il cui intervento diretto potrebbe risolvere il problema alla radice, che non si tratta di nuovi assunti, ma di personale che opera nella pubblica amministrazione dal marzo del 1988 e che, per eliminare il precariato, il governo regionale non solo ha predisposto il blocco di nuove assunzioni, ma ha anche predisposto la riforma dell'amministrazione regionale e degli enti locali, comprendente l'avvio dei processi di stabilizzazione e di adeguamento delle piante organiche.
Il disegno di legge sarà all'esame della commissione Bilancio e Finanze dell'Ars a partire da mercoledì. Per i prossimi dieci anni, secondo quanto previsto nel testo predisposto dal governo regionale, la Regione dovrebbe continuare a farsi carico dei 320 milioni di euro necessari per pagare il 95 per cento degli stipendi dei dipendenti precari. Il rimanente 5% sarebbe a carico delle amministrazioni provinciali interessate e dei comuni interessati, cioè quasi tutti, considerato che l'assunzione di questo personale fu inizialmente autorizzata e finanziata dallo Stato, al quale, successivamente, anche per i continui interventi dell'Ars a favore di questa categoria di lavoratori, si sostituì la Regione. Il disegno di legge del governo prevede, inoltre, che alle amministrazioni comunali e provinciali che non provvederanno a stabilizzare i precari in servizio nei loro uffici siano saranno decurtati del dieci per cento ogni anni i trasferimenti della Regione.
A beneficio di questi lavoratori dovrebbe essere costituito anche un fondo regionale, utilizzato inizialmente per pagare loro gli straordinari e, successivamente, visto che hanno già accumulato oltre venti anni di lavoro, anche le pensioni. Tutto, comunque, dipende dalla disponibilità del ministro Tremonti ad inserire nella manovra finanziaria l'emendamento che consente agli enti locali della Sicilia la deroga al Patto di stabilità. Per rafforzare la sua richiesta, Lombardo sta anche cercando di costituire una cordata trasversale, invitando tutti i siciliani eletti alla Camera e al Senato a fare fronte comune, così come sono soliti fare i parlamentari del Nord, a prescindere dagli schieramenti ideologici, quando si tratta di dare soluzione a qualche problema concernente regioni della Padania.
Nel caso di mancata concessione della deroga, infatti, per la gran parte delle amministrazioni degli enti locali siciliani si profila il dissesto finanziario o il licenziamento in tronco di personale che spesso svolge incarichi di rilievo. Per cui, in ogni caso, comuni e province finirebbero col bloccarsi e il risultato per la cittadinanza sarebbe lo stesso, dal momento che, come ha avuto già modo di ricordare Lombardo al sottosegretario Gianni Letta, si tratta di personale per la cui professionalità acquisita con una esperienza ultraventennale, «le amministrazioni non possono fare a meno» e «la funzionalità di moltissimi uffici è garantita da questi lavoratori».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/7/2010
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