Gazzetta del Sud
Mario Cavaleri
Palermo
Movimento per l'autonomia: si riparte. Dopo lunga gestazione, stamattina all'Albergo delle povere gli autonomisti si proporranno con una nuova strategia che superando la dimensione regionale del partito del presidente, guardi a un orizzonte più ampio col proposito di stringere alleanze in altri territori.
Sarà una relazione "aperta" quella di Raffaele Lombardo nell'intento di disegnare uno scacchiere più promettente e capace di intercettare in Sicilia come altrove tutto l'orgoglio meridionalista, contraltare al prorompente irrompere della Lega e quindi a una politica romana che pensa e decide in chiave nordista, caricando il percorso federalista di incognite e rischi di ulteriore divario nord-sud, due parti di un'Italia unita ieri nella festa del tricolore ma fortemente diversa nella sua dotazione infrastrutturale e nella capacità produttiva, con evidenti riflessi nello standard di benessere e negli scenari di prospettiva.
Stratega politico di indiscusso valore, Lombardo indicherà il prossimo cammino dell'Mpa; non ancora il nome che vuole sia il frutto di un dibattito sui blog per coinvolgere via Internet una base più grande di giovani interessati a partecipare attivamente alla costruzione del partito che sarà. Ribadirà la collocazione terzopolista e quindi il forte rapporto con finiani e soprattutto con l'Udc che rappresenta per lui la famiglia di origine: ex democristiano, poi segretario regionale del partito di Casini fino alla "rivolta" dei quarantenni, Lombardo ha creato e guidato l'Mpa nella consapevolezza che si trattava di una fase di passaggio, indotta allora dalla disintegrazione dei partiti tradizionali e poi da un bipolarismo che non ha mai convinto.
Una scelta autonomista, presupposto di quel partito dei meridionali da tempo vagheggiato. Nelle more, però, questo spazio ha visto il fiorire di tutta una serie di sigle sul Sud; tante troppe. Gli si impone quindi un guizzo di fantasia per traghettare l'Mpa in qualcosa di diverso che non sia l'ennesimo clone di un partito del sud.
Cosa non facile in un momento dialettico aspro dove il Terzo Polo prova a costruire un'alternativa senza mostrare di crederci fino in fondo, al punto che nessuno dei protagonisti intende rinunziare alla propria autonomia e anche alle prossime amministrative Mpa, Udc, Fli e Api andranno in ordine sparso. Con il Pdl che deve necessariamente riattrezzarsi per affrontare un futuro senza Berlusconi; con il Pd disaggregato e a perenne rischio diaspora tra gli ex margheritini e la sinistra oprtodossa.
Considerando archiviata la contrapposizione destra-sinistra, Lombardo traccerà le nuove coordinate dell' evoluzione da lui ipotizzata per andare oltre l'Mpa, affrancandolo dall'ipoteca siciliana. Lo farà chiamando a condividere valori ideali di liberalismo e alcuni obiettivi: più attenzione al Mediterraneo, di cui il governo centrale e la stessa Europa si ricordano nell'emergenza; no a un neo colonialismo, come sta accadendo per Lampedusa; no deciso al nucleare, in totale contrasto con le farneticanti dichiarazioni di alcuni ministri che proprio in questi giorni sono stati costretti a una poco dignitosa marcia indietro; equità nella distribuzione delle risorse e riscrittura del federalismo i cui effetti altrimenti sarebbero micidiali.
Oggi sarà un primo passo, una sorta di avvio del cantiere; il resto si dovrà scrivere insieme. Con chi? Lombardo certamente si rivolgerà ai partner del Terzo Polo ma anche a chi nel Pd ha condiviso la sua esperienza di governo. Non al Pdl dell'attuale dirigenza perchè ritenuta corresponsabile di scelte compiacenti col governo centrale e antimeridionaliste; e neppure a Gianfranco Miccichè, ex alleato e ora alla guida di un partito-sud considerato "satellite" elettorale del Pdl.
Non sono previsti ospiti eccellenti, Lombardo parlerà da leader del Movimento tuttavia nella sua relazione ci saranno accenni all'operato del suo governo che a costo di impopolarità ha dovuto operare tagli e riduzioni, ha rivoluzionato la sanità e il sistema dei rifiuti, e attende ancora di sapere da Roma quali e quante risorse arriveranno a ristoro del bilancio, in esercizio provvisorio fino ad aprile. Condizione complessiva di difficoltà cui contribuisce una organizzazione burocratica che arranca; la non compiuta accelerazione nell'azione di governo che ha inevitabilmente risentito del riassetto dei dirigenti. Mentre si profila, quasi certamente dopo l'estate e comunque entro l'anno il quinto esecutivo, questa volta con politici al posto dei tecnici per dare pienezza di partecipazione e di responsabilità agli alleati. nell'avvicinarsi delle successive elezioni.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/19/2011
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