"Fughe e approdi" presentato a Malfa

"Fughe e approdi" presentato a Malfa Michele Merenda SALINA – Nella serata del primo maggio, all’interno dell’Auditorium del Comune di Malfa, è stato proiettato il film-documentario “Fughe e Approdi” di Giovanna Taviani, autrice, tra le altre cose, del SalinaDocFest. Figlia d’arte, proprio come il padre Vittorio e lo zio Paolo, la regista vive l’isola più verde delle Eolie come una seconda casa, recandosi regolarmente nell’abitazione di Lingua (frazione di S. Marina Salina) dalla fine degli anni ’70. Lei stessa si è sempre autodefinita eoliana d’adozione, fin da quel famoso 1974, anno in cui, piccolissima, sbarcò a Lipari ed iniziò la sua avventura da novella isolana. Giovanna Taviani, ancora ragazzina, compare nell’ultima sequenza di “Kaos” (1984), suggestivo film ad episodi tratto dalle “Novelle per un anno” di Pirandello; proprio da quella scena, ritenuta dalla critica una delle più suggestive mai create dai fratelli Taviani, ha inizio il documentario. Una sorta di diario in cui la regista mischia ricordi propri con quelli dei film che un tempo hanno reso famose le Eolie nel mondo, come “Vulcano” di Dieterle, “Stromboli” di Rossellini, “Caro Diario” di Moretti, “Il Postino” di Radford o “L’Avventura” di Antonioni. Immagini suggestive in bianco e nero (come quelle che raffiguravano il dramma dei lavoratori della pomice che sarebbero poi stati affetti da silicosi) sono state alternate in un ritmo serrato ad altre dai colori saturi, appositamente per sottolineare la “soggettività” di colui o colei che ricorda. Un documentario composto da cinque episodi. Cinque piccoli film assemblati in un montaggio veloce e moderno, dedicati ad altrettante isole: Lipari, Vulcano, Stromboli, ovviamente Salina e Panarea. Ed in tutto ciò, le testimonianze degli abitanti, attori nella parte di loro stessi, che descrivevano le proprie vicissitudini ed allo stesso tempo le sensazioni provate stando vicino a personaggi come Anna Magnani, Ingrid Bergman, Massimo Troisi o Monica Vitti. Curiosità, aneddoti (chi sapeva che Anna Magnani passava tanto tempo da sola a curare i cani eoliani?) e fatti di una grande rilevanza storica, come ad esempio la fuga dal confino liparese dei prigionieri politici Lussu, Nitti e Rosselli. Tutte figure carismatiche, che raccontate dagli eoliani appaiono nel loro lato più umano. Il viaggio della Taviani procede grazie a quella stessa imbarcazione presente nel film “Kaos”, suo ideale punto di partenza, e percorre queste cinque isole, mettendo in risalto la loro storia, spesso dura, come quella della stessa Salina, un tempo ricca grazie all’imprenditoria vinicola e poi messa in ginocchio dalla filossera, parassita che divorava le radici delle viti. «Sono felice di essere finalmente a Salina – ha detto la Taviani al momento della proiezione –, che sento veramente come casa mia. Questo mio viaggio è potuto riuscire grazie a coloro che sono dei veri attori locali, che hanno la cinematografia dentro. Quello eoliano è un patrimonio eccezionale, basti pensare che i documentari solitamente non vengono distribuiti nelle sale a causa degli scarsi ritorni economici, mentre questo viene proiettato da “Cinecittà Luce” dal 4 aprile e ad oggi continua a girare a Milano, registrando ogni sera la media di 120 spettatori. Desidero inoltre ringraziare le donne di Salina – ha concluso –, che ci hanno dato un grande aiuto ed una calorosa accoglienza». Le sequenze sono state impreziosite dalle musiche di Giuliana Taviani e Carmelo Travia. (nella foto: la regista col sindaco di Malfa, Salvatore Longhitano, durante la presentazione)

, a cura di Peppe Paino