"I numeri all'Ars mi danno Ragione"

"I numeri all'Ars mi danno Ragione" Gazzetta del Sud Michele Cimino PALERMO Risposta ironica di Raffaele Lombardo al tentativo della minoranza del Pd siciliano, avallato dal vicepresidente dei senatori Nicola Latorre, di coinvolgere l'intero partito nella lotta al governo in carica per provocare l'immediato scioglimento dell'Ars e nuove elezioni, destabilizzando l'attuale maggioranza: «E' giusto che il Pd si dia delle regole di partecipazione democratica interna. Ma- con una punta di ironia, ricordando che solo qualche settimana addietro i vertici siciliani del Pd in stragrande maggioranza avevano deliberato di continuare a sostenere il governo in carica - assuma una decisione chiara almeno una volta a semestre. Il deliberato di schiaccianti maggioranze non può essere discusso ogni tre giorni. Così i democratici consegnano ai loro alleati la sensazione di essere un partito senza linea politica". D'altra parte, più che gli interventi contro Lombardo dei rappresentanti della minoranza guidata da Mirello Crisafulli ed Enzo Bianco, a richiamare l'attenzione degli osservatori politici è stato l'intervento del senatore Latorre che ha invitato il Pd a ritirare "il proprio sostegno al governo regionale di Raffaele Lombardo. Considero che le scelte che hanno determinato l'ingresso nell'esecutivo – aveva, quindi, aggiunto – siano venute meno". E aveva precisato che "le recenti amministrative hanno disegnato uno scenario politico nuovo. Ritengo che questa esperienza di governo - aveva concluso Latorre - sia da archiviare". "Se mi vogliono sfiduciare - ha replicato Lombardo, utilizzando le stesse parole espresse allorché tale intenzione fu manifestata dai rappresentanti del Pdl e del Pid di Saverio Romano - firmino il modulo. Il resto sono solo chiacchiere. Di certo se il Pd proseguirà nella linea oltranzista finirà allo sfascio". A sostegno della minoranza del Pd è, però, tornato ieri a schierarsi anche il capogruppo del Pid Rudy Maira, per il quale "la scelta di sostenere Raffaele Lombardo nella sua più spericolata azione che ha stravolto la volontà popolare sta lasciando macerie del Partito democratico. Le prese di posizione più o meno nette di autorevoli dirigenti e rappresentati del Pd all'Assemblea regionale circa la fine anticipata della legislatura e il distacco totale dal governatore siciliano - ha aggiunto - confermano che non c'è strada più opportuna che quella delle elezioni per superare la grave impasse in cui si trova la Sicilia. Avremmo potuto aspettare tranquillamente la dissoluzione del castello di carta creato da Lombardo, ma il rispetto per i siciliani ci impone di lottare affinché si concluda immediatamente questa stagione politica caratterizzata per l'inefficienza, la crescita della disoccupazione, la mancanza di investimenti con i fondi comunitari e l'affossamento finanziario dei comuni". Non tutti, però, sarebbero d'accordo con tale giudizio, stando, almeno, a quanto riferito dallo stesso Lombardo che un paio di giorni addietro, oltre che con il ministro Fitto per la questione dei Fas destinati alla Sicilia, s'è incontrato anche con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. "Non abbiamo discusso – ha detto Lombardo – né di investimenti né di fondi Fas. Mi ha riconosciuto di essere stato sempre franco e leale. E ha aggiunto che il nostro rapporto si è raffreddato per colpa dei suoi luogotenenti che mi hanno fatto la guerra sulle riforme". In caso di elezioni anticipate, comunque, Lombardo, al contrario di quanto affermato in precedenza, quando si profilava la conclusione della legislatura alla scadenza naturale, tornerebbe a ricandidarsi per la presidenza della Regione. "Lo so – ha rammentato – ho detto più volte di essere pronto a farmi da parte. Ma le confesso che ho una gran voglia di menare le mani..."

, a cura di Peppe Paino