Michele Merenda
SALINA – Si è conclusa domenica scorsa la quinta edizione del SalinaDocFest, festival del documentario narrativo. La serata finale è coincisa con la festa della comunità maghrebina salinese, in cui i numerosi visitatori hanno potuto degustare le pietanze della tradizione nord africana. Uno scambio culturale pienamente in linea con lo spirito dell’evento creato e diretto da Giovanna Taviani, che quest’anno aveva come tema “Confini ed Orizzonti” e che ha aperto un’ampia finestra sul cinema e le tradizioni arabe. Causa mal tempo, tutta la manifestazione, compresa la premiazione finale dei film a concorso, è stata spostata dalla piazza del comune di Malfa a Palazzo Marchetta. Per il secondo anno consecutivo, quindi, si è potuto gustare il famoso cous cous cucinato secondo le ricette originali, il pane arabo aromatizzato, come mostrato nella foto gentilmente e gratuitamente fornita dal’addetto culturale Antonio Brundu, e i dolci che presentano ben più di un’affinità con quelli siciliani. Il “Premio Tasca d’Almerita” e l’assegno di 5.000 € messi in palio per il concorso internazionale sono stati vinti a pari merito da “Tahir” di Stefano Savona e “Women of Hamas” di Suha Arraf; menzione d’onore per “Wild Sky” di Rachid B., mentre il premio del pubblico è andato a “My name is Ahlam” di Rima Essa. Altro ex equo nel concorso “Italia.doc”, in cui la giuria popolare, assieme al regista Marcello Sannino (che con “Corde” ha vinto la precedente edizione del festival), ha assegnato il premio di 1.000 € ad “Altra Europa” di Rossella Schillaci e “Heroes and Heroins – A day in Kathmandu” di Danilo Monte e Filippo Papini.
Doveva essere anche assegnato il premio “Dal testo allo schermo” al celebre scrittore Tahar Ben Jelloun, ma all’ultimo momento, per serie ragioni personali, non è potuto essere presente a Salina. «Ho intervistato Tahar durante il mio documentario “Ritorni” (2005) – ci ha detto la Taviani –, in cui si racconta il rapporto degli intellettuali maghrebini che hanno deciso di vivere altrove con il proprio paese. Si è sempre occupato della solitudine dell’immigrato nelle grandi capitali, parlando dello sradicamento e della nostalgia. In quell’occasione mi disse che anche se è lontano dal Marocco… lui è sempre abitato dal Marocco. Non potrebbe pensare di creare un romanzo senza poterlo ambientare nel proprio paese. Oggi premiamo “La rivoluzione dei gelsomini”, raccolta di saggi e articoli, ed il suo ultimo romanzo autobiografico “Marocco”. Abbiamo deciso di premiare l’intellettuale che da sempre lotta con i propri interventi, come un portavoce dell’alterità. Ha fatto della nostalgia uno stile, più che un sentimento». Presente alla premiazione anche il Vice Console del Marocco in Italia, dott. Mohammed Jamal del Consolato di Palermo, che ha portato un messaggio di fratellanza e di profonda ammirazione per la realtà sociale di Salina. I rappresentanti della comunità maghrebina hanno rivolto un caloroso saluto al dott. Jamal, facendo poi un ringraziamento particolare: «Ringraziamo il popolo e lo Stato italiano, la comunità dell’isola di Salina e tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione di questa manifestazione. Ringraziamo inoltre tutti i presenti per avere partecipato a questa manifestazione che ci auguriamo si possa ripetere anche negli prossimi anni, affinché cresca il senso di fratellanza e di unione con tutti».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/26/2011
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!