Sicilia paralizzata

Sicilia paralizzata (Nella foto di Isabella Libro auto in fila ieri a Lipari da un distributore di benzina all'altro. Il carburante è finito) Gazzetta del Sud Aldo Mantineo Siracusa Dopo tre giorni la protesta che sta paralizzando progressivamente l'intera Sicilia conquista spazio anche sui media nazionali. È forse il più chiaro segnale di quel fortissimo disagio trasversale che colpisce in pieno larghissimi strati del popolo siciliano e che sin qui, forse, non era stato tenuto nella dovuta considerazione. Adesso quell'assordante silenzio che aveva caratterizzato i primissimi giorni della protesta, quasi che si trattasse di un "affare" solo siciliano e che la Sicilia fosse i qualche modo fuori dal conteso-nazione, è stato rotto. Ma non del tutto. Davanti alle scene che adesso tutti i tg riportano di scaffali di market semivuoti, di impianti di distribuzione carburante chiusi e, soprattutto, di centinaia di presidi negli angoli di tutte le strade, principali e secondarie che siano, di tutte le nove province dell'Isola, con migliaia di persone in strada c'è chi si interroga sul perchè del silenzio del Governo di Roma. «Si apra un dialogo con i rappresentanti delle categorie in sciopero a condizione che si interrompa il blocco del sistema economico siciliano», tuona il coordinatore regionale dell'Udc Gianpiero D'Alia. Ma gli inviti a prestare finalmente orecchio attento alle istanze di autotrasportatori, agricoltori, pescatori che strada facendo si sono ritrovati accanto come preziosi alleati disoccupati, studenti, pensionati stremati, operai che vedono il loro futuro sempre più incerto, ieri si sono moltiplicati. Così l'ex ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha chiesto che «i Governi nazionale e regionale siciliano ascoltino la protesta "dei forconi" in Sicilia, le cui ragioni sono per molti versi condivisibili, anche per evitare che assuma i connotati di una sommossa popolare». «È necessario che le istituzioni lavorino per sbloccare una situazione insostenibile e vigilino sul corretto esercizio del diritto di sciopero - afferma un altro parlamentare siciliano, il presidente del gruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro -. La Sicilia deve tornare a una situazione di normalità». E la prima occasione per ascoltare le istanze di "Forza d'urto" - perchè non è, ovviamente, solo la questione del caro-gasolio ad essere al centro delle rivendicazioni - l'avrà proprio questa mattina il Governatore Raffaele Lombardo che alle 10 a Palazzo d'Orleans incontrerà sia i prefetti dell'Isola - ma alcuni di loro, specie quelli impegnati sui fronti più "caldi" potrebbero non partecipare - che i leader della protesta, Giuseppe Richichi, presidente dell'Ais, e Mariano Ferro "anima" del Movimento dei forconi. Sarà l'occasione giusta per avviare un dialogo che sin qui non è riuscito a decollare. In questo scenario si pone poi l'allarme lanciato da Confindustria Sicilia e da altre undici associazioni: «Gruppi criminali e mafiosi si sarebbero infiltrati tra gli autotrasportatori, gli agricoltori e i pescatori di alcune marinerie - hanno scritto in una nota - e agirebbero per interessi che nulla hanno a che fare con i motivi alla base delle proteste». La giornata di ieri - che ha fatto registrare un aumento generalizzato della tensione che si è concretizzata nel moltiplicarsi dei presidi che hanno inevitabilmente reso più pesante la già difficile situazione che potrebbe ancora aggravarsi per l'annunciato fermo dei tir, a livello nazionale, dal 23 al 27 - è stata anche segnata dall'adozione di alcune misure straordinarie. Così dal polo petrolchimico siracusano, dove si raffina gran parte del petrolio destinato al consumo sotto forma di diversi prodotti, le autobotti sono uscite con l'assistenza delle forze dell'ordine. «Non è un servizio di scorta – ha spiegato il prefetto di Siracusa Renato Franceschelli che guida la specifica unità di crisi – ma un'assistenza che forniamo per garantire la continuità di rifornimento esclusivamente per esigenze di pubblica utilità. La nostra unità di crisi analizza volta per volta le richieste e quindi dispone, all'occorrenza, l'impiego delle forze dell'ordine in questo servizio di assistenza che ha il solo scopo di agevolare le operazione di rifornimento di carburante destinato, ad esempio, allo scalo dell'aeroporto di Catania, ai mezzi di soccorso sanitario ed in genere di emergenza, a quelli impiegati nei servizi di igiene urbana o per il trasporto pubblico. Finora abbiamo autorizzato non più di una decina di questi servizi di assistenza». Sempre nel capoluogo i "presidi" sono arrivati sin nella più vicina periferia: così ieri è stata sostanzialmente bloccata l'operatività del mercato ortofrutticolo all'ingrosso di via Elorina. Un altro segno evidente del malumore crescente e dell'insofferenza nei confronti della politica a dove sono scese in piazza 5 mila persone: il sindaco Paolo Bonaiuto nel momento in cui stava intervenendo alla manifestazione di chiusura è stato pesantemente contestato e costretto a riparare in una vettura della polizia municipale contro la quale qualcuno ha sfogato la propria rabbia assestando qualche calcione alla carrozzeria. Momenti di palpabile tensione anche ad Augusta, cuore della zona industriale siracusana, dove le portinerie delle raffinerie sono state costantemente presidiate consentendo comunque, come sempre accaduto sin qui, il cambio dei turni dei lavoratori negli impianti. In città sempre più numerosi i negozianti che, in segno di condivisione con la protesta di "Forza d'urto" hanno scelto di tenere abbassate le saracinesche dei loro negozi. In alcuni momenti, anche se per brevi tratti, l'accesso alla città è stato anche "chiuso" dai manifestanti. Cordoni subito dopo allargati. Disagi per alcuni generi alimentari e, soprattutto, per il carburante che ormai scarseggia quasi del tutto, anche a Rosolini: saracinesche abbassate per la quasi totalità, studenti in corteo ed in campo pure le istituzioni. La Giunta Comunale, nel corso di una apposita seduta, ha adottato un apposito atto deliberativo per esprimere piena solidarietà a tutte le categorie. Scene simili pure a ad Avola. Qui stamane scenderanno in strada a protestare anche le famiglie dei manifestanti. L'invito a far partecipare anche le mogli è arrivato da Salvatore Marino, pescatore avolese che dal primo giorno, assieme ai suoi cento colleghi, è in strada «a difendere i nostri diritti». Ieri sera anche i commercianti hanno deciso di dare un preciso segnale ed oggi in tanti non apriranno le saracinesche dei loro esercizi. Da sud a nord della provincia lo scenario rimane identico. E così autotrasportatori, agricoltori e pescatori, ma anche artigiani, commercianti, studenti e disoccupati, hanno continuato a presidiare lo svincolo di Lentini dell'autostrada Catania-Siracusa. Molti commercianti di Lentini e Carlentini hanno aderito alla protesta abbassando le saracinesche. A Lentini un corteo pacifico di alcune migliaia di persone si è formato alla periferia della città e ha raggiunto il centro storico.(hanno collaborato: Sebastiano Salemi, Maria Di Stefano, Salvatore Moncada, Giuseppe Lorefice, Silvio Breci)

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 1/19/2012

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