Gazzetta del Sud
Emanuele Rigano
Un'operazione architettata per cercare di salvaguardare gli equilibri di bilancio della Provincia ha scoperchiato una pentola a pressione che sbuffava pericolosamente da anni. Il caso è quello della regolarizzazione dei passi carrabili o pedonali sul territorio provinciale. Quasi ottomila le missive inviate negli scorsi mesi da Palazzo dei Leoni per il pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, con la richiesta di versamento di 197euro. Decine di utenti, affiancati dall'Associazione consumatori siciliani, hanno però contestato il versamento che sarebbe stato moltiplicato "automaticamente" per cinque anni senza alcuna verifica riguardante l'applicazione pregressa dell'occupazione, cioè senza sapere realmente da quanto tempo insiste il passo installato. Ma c'è una beffa in aggiunta, rappresentata dal danno procurato all'ente dai ritardi degli uffici rispetto alle richieste di regolarizzazione.
I fatti sono i seguenti. Nel 2002, attraverso un progetto obbiettivo costato oltre 8mila euro e curato dall'ottavo dipartimento - secondo Ufficio dirigenziale, vengono censiti circa 2mila utenti ma i risultati non vengono utilizzati per alcun intervento di regolarizzazione. Passano quasi dieci anni e nel 2011, con determinazione del 30 dicembre, l'ufficio di gabinetto del presidente accerta 3.452.309 euro dovuti alla Provincia tra sanzioni e arretrati da 8817 utenti abusivi o morosi. Un dato che evidenzia ciò che il mancato avvio delle procedure di recupero ha prodotto. Come detto però, probabilmente per trovare le risorse utili a determinare il mantenimento del patto di stabilità, i crediti vengono considerati inseriti in bilancio e conseguentemente attivata l'azione di riscatto delle risorse. Entrate delle quali Palazzo dei Leoni, diciamocelo chiaramente, ha davvero bisogno. Forse più del passato. L'ingranaggio che ha generato i danni principali è rappresentato dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 4283 del 23 febbraio del 2010, con la quale viene ridotta la prescrizione dei tributi locali da dieci a cinque anni a partire dallo stesso 2010. In pratica se gli uffici di Palazzo dei Leoni avessero contestato immediatamente i passi carrabili accertati nel 2002, si sarebbero recuperate imposte fino al 1992. Anzi ancora prima.
Da una stima dedotta, qualora i dati censiti nel 2011 fossero confermati, il danno causato dalla omissione ammonterebbe intorno ai 6 milioni di euro. Proprio perché, fino al 2010, ogni richiesta di pagamento si sarebbe potuta avanzare per i precedenti dieci anni e non solo per cinque. «A ciò va aggiunto che non è stato possibile verificare se gli altri uffici dirigenziali dell'ottavo dipartimento, esistenti alla Provincia nel 2002, abbiano proceduto alla stessa verifica e alla creazione di un database utile a combattere l'abusivismo sulle strade provinciali per le aperture dei passi carrabili e pedonali», ha detto il consigliere Lombardo.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/20/2012
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