Vulcano, chiudono due hotel storici

Vulcano, chiudono due hotel storici Vulcano- Pasqua, come ogni anno, con pochi alberghi aperti nell’isola dove i segni del peggioramento della crisi sono piuttosto evidenti. Due degli hotel storici, “Le Sables Noirs” e l’ “Eolian”, realizzati nei primi anni ‘60 nell’incantevole baia delle sabbie nere sono rimasti chiusi. A Pasqua in passato, raramente, hanno riaperto i battenti dopo l’inverno ma quest’anno, oltre a presentare le saracinesche abbassate, continueranno a restere, quasi sicuramente chiusi. La crisi c’entra fino ad un certo punto. Alla base delle decisioni non più rinviabili. “Les Sables Noirs”, struttura della Framon hotel del gruppo Franza , tra le più prestigiose dell’arcipelago, diventerà un residence. Prossimamente inizieranno i lavori per un cambio di strategia diretto, probabilmente, al contenimento dei costi in isole per le quali, va ricordato, l’appeal non è più quello di venti-trenta anni fa. Diversi , invece, i motivi della chiusura dell’ “Eolian”; la struttura della famiglia Di Giovanni di Palermo sarà sottoposta ad importanti interventi di ristrutturazione; presenta i danni delle mareggiate invernali ma anche quelli delle fumarole vulcaniche che caratterizzano l’area fino al porto e che danno filo da torcere a tutti gli albergatori della zona per il sostenimento delle ingenti spese annuali di manutenzione. Spese che sommate alle stangate Imu e Tarsu rendono oggi miracoloso portare avanti attività del genere. Non sono più, insomma, i tempi della dolce vita eoliana in quella baia di ponente dove cinquant’anni fà anche grazie al film di Dieterle ( e di Rossellini a Stromboli) nasceva e si sviluppava il turismo alle Eolie. Dove Santo Vinciguerra deliziava gli ospiti con le sue cernie e dove i giovanotti arrivano in barca a remi, da Lipari, per conquistare le turiste affascinate dai luoghi. In quelle sabbie nere e acque limpide dove faceva il bagno la regina Elisabetta; dove il tramonto ispirava Moravia e Pasolini e di notte Walter Chiari e Mina riuscivano a perdere una borsa con qualche milione di lire dentro consegnata al mattino dopo dagli onesti abitanti del posto. E dove, ancora, si giravano film con Cicciolina e Lilly Carati alle prime armi ; dove Mike Bongiorno salutava dal gommone con il suo “allegria!” nel salpare per una battuta di pesca.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 4/2/2013

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