Allo spegnersi dei riflettori estivi, i colori accaldati si rilassano, e le pietre e la terra più distese iniziano a raffreddarsi, trattenere l'acqua e quindi diventare verdi. Il verde, che d'estate cerchi come un'oasi, da adesso fino a giugno si rierge in trono e pulisce l'aria, rilassa gli occhi, produce. E quindi si ritorna a zappare la terra, a raccogliere le olive, a raccogliere i rapuddi, la cardella, le prime punte di finocchio selvatico, la malva, la rucola e quanta! come un giardino coltivato da angeli notturni che seminano e seminano per stupire il sole. Le donne che restano tornano sui campi, mantengono i giardini e le case di chi non c'è. E le barche che prima aprivano gli occhi al mare ogni giorno, zattere di sogni estivi, adesso timide, quelle più vicine alla banchina, si riposano. E solo quando avranno veramente sete torneranno in mare per i pescatori, pochi, ma necessari.
Per gli uomini è tempo di rimettere in moto i mezzi. La motozappa, l'escavatore, il trattore, il furgone, caricare e scaricare, ricostruire muretti, migliorare una strada, la banchina, la vita. E tutto questo non è di certo gestito da un orario settimanale o da un contratto, tutto questo è il lavoro che segue il tempo buono, senza tempo. Alle Isole Eolie fuori stagione impari che i semi delle piante del proprio giardino volano e arrivano nei giardini dei vicini che magari non le avrebbero mai scelte, che per trattenere il terreno umido attorno ad un albero usi i rametti delle potature preparandoli appositamente. Impari a raccogliere e combinare le verdure selvatiche perchè siano efficaci per l'organismo, a fare le patelle con le pietre, a preparare il barbecue dalla legna alla carbonella alla temperatura giusta. E riesci a trovare anche un tordo appena pescato che crudo per me è il pesce più buono del Mediterraneo.
Da Filicudi, isola di Eolo, nel Mediterraneo.
di Giusi Emanuela Murabito
Data notizia: 11/10/2015
dalla nostra Daniela Bruzzone
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