Tra il 1450 e il 1515, la Cattedrale venne ampliata ulteriormente, per essere poi completata con un soffitto di legname a capriate. Nel 1544, però, i Turchi le danno fuoco e venne ricostruita nella seconda metà del Cinquecento, con una volta a botte, una forma alta e oblunga e varie cappelle ai suoi fianchi. È solo con il XVIII secolo che la Cattedrale di Lipari vede dei radicali cambiamenti nelle strutture e nelle ornamentazioni. Compaiono gli affreschi della volta, vengono costruiti la statua d’argento del Protettore e il suo altare ligneo alla sinistra dell’abside, viene innalzato il campanile e vengono aggiunte le due navate laterali. Nell’ultimo decennio gli altari vengono rivestiti di marmo e adornati da tele di Antonio Mercurio. La Cattedrale di San Bartolomeo ha sempre assolto il ruolo di chiesa parrocchiale unica, fino al 1910 quando Monsignor Angelo Paino istituisce le prime dieci parrocchie autonome nella Diocesi. Quello che risulta oggi della chiesa, dopo tutte le modifiche subite nel corso degli anni, è una parte esterna in stile neobarocco, affiancata dal campanile; l’architrave dell’ingresso principale recita la scritta incisavi “Divo Bartolomeo Dicatum”, l’interno è a tre navate con volta a crociera, gli affreschi rappresentano episodi dell’antico testamento ed è presente la statua in argento di San Bartolomeo. I fedeli chiamano questa imponente struttura ‘a Citàti, in quanto rappresenta la città che non è più ma, allo stesso tempo, resta il centro della vita delle Isole Eolie.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 2/17/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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