Oltre 21mila dipendenti (uno ogni 239 abitanti), due miliardi di euro di deficit con una spesa sanitaria che in un anno è lievitata del 13%. Sono i numeri della Regione Sicilia, sempre più vicina a una bancarotta frutto della cattiva gestione dei conti negli ultimi cinqanta anni. Gianfranco Micciché,sottosegretario con delega al Cipe,denuncia su Libero: "Paghiamo l'eredità di chi ha pensato solo ad aumentare i propri voti".Il politico di Forza Italia, intervistato dal quotidiano Libero, non lesina critiche all'ex governatore Cuffaro: "Il metodo utilizzato negli ultimi anni non ha favorito il taglio allo spreco. Ogni volta c'era una elezione vicina...". Certo i problemi hanno origini più lontane: "Dagli anni Cinquanta in poi abbiamo ricevuto una serie di contributi a pioggia che non hanno prodotto risultati. Sono state costrutite una serie di grandi carrozzoni: si prendevano persone che altrimenti sarebbero finite per strada". Così si spiegano certe cifre. I 21 dipendenti regionali, i 2.245 dirigenti, i 40mila forestali. E se gli assessorati sono soltanto 12, si scopre che i dipartimenti poi sono 40. Ognuno con un direttore generale, una segretaria dedicata e un'auto blu. Una patata bollente per Raffaele Lombardo, il presidente della Regione. Micciché, che con lui duellò per l'investitura di candidato del centrodestra alla presidenza della Sicilia, ammette: "Qualcosa si è cominciato a fare (riferendosi all'azione dei due "mastini" della giunta gli assessori al Personale e alla Sanità Giovanni Ilarda e Massimo Russo, ndr) ma serve un presidente che abbia le palle, la forza e il coraggio di dire: "Questa terra va cambiata. Non arrivano più voti? Pazienza".
fonte: www.tgcom.mediaset.it
, a cura di Tiziana Medda
Data notizia: 9/24/2008
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