Gazzetta del Sud
Giovanna Cucè
Nessuno manca adesso all'appello. Tutti i comuni della provincia hanno istituito il Catasto degli incendi, lo strumento per il censimento delle aree bruciate. Ne sono trascorsi di anni dalla sua istituzione, ma finalmente la risposta delle amministrazioni è arrivata. Erano poco più di 91 fino allo scorso luglio. Qualche giorno fa l'obiettivo è stato raggiunto da parte di tutti i 108 enti locali del Messinese. Se così non fosse stato, sarebbe scattato il commissariamento della Prefettura. «Non ne abbiamo avuto bisogno – ha sottolineato soddisfatto Antonio Contarino, viceprefetto responsabile della Protezione civile all'interno dell'Ufficio territoriale del governo – e questo rappresenta per noi un ottimo traguardo».Sono stati più di dodicimila gli ettari di territorio devastati dalle fiamme nel 2007, quello peggiore sul fronte degli incendi e che – purtroppo, come spesso accade dopo le tragedie – servì a fare da input per l'avvio di una serie di iniziative già previste dalla legge ma rimaste solo sulla carta. Come, appunto, il catasto delle aree bruciate. Ogni comune del nostro hinterland ha così censito tutte le zone percorse dal fuoco, sulle quali - come prevede la legge 353 del 2000 - non sarà più possibile cambiarne la destinazione d'uso per i prossimi quindici anni. Terreni, dunque, semplicemente "congelati". Ed è proprio questo il secondo importante traguardo raggiunto: impedire qualsiasi tentativo di speculazione all'origine degli innumerevoli incendi dolosi che hanno colpito anche la nostra provincia. «Grazie al Catasto – ha aggiunto il viceprefetto – verrà tutelato a tappeto il territorio».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 10/2/2008
dalla nostra Daniela Bruzzone
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