Viaggio in Kenya

Viaggio in Kenya VIAGGIO IN KENYA “Mi hanno detto spesso che andarsene significa scappare, fuggire da un proprio fallimento. Non sempre questa equivalenza è valida. Un bel giorno ti metti a cercare un altrove giusto e non c’è niente di male. Poi ti accorgi che questo luogo esiste davvero, non è un eden immaginario, illusorio”. Il Kenya incanta, seduce,ammalia,si insinua sotto la pelle; è per questo che le immagini di quella terra sono vivide nel ricordo anche a distanza di anni. Si tratta di un luogo magico, gioioso, accogliente, in cui suoni, colori, odori e suggestioni segnano nuovi confini nella percezione sensoriale del visitatore. E’ la meta adatta per chi cerca uno stretto contatto con la natura selvaggia e per chi è affascinato dalle culture tribali le cui tradizioni si perdono in tempi assai remoti. Si pensi alla tribù dei nomadi Masai, persone molto indipendenti e fiere e un tempo antichi guerrieri, il cui tradizionale villaggio è costituito da capanne costruite in circolo, per motivi difensivi, mentre al centro si trova il recinto per il bestiame. L’ambiente dominante è quello della Savana, tutelato da numerosi parchi naturali che coprono circa il 10% del territorio nazionale. Gli alberi bassi della savana non occultano la vista, ma ti lasciano distinguere gli spazi e l’orizzonte incantato. Puoi incrociare un leone che riposa, colonie di elefanti , i facoceri, le giraffe, le gazzelle, i rinoceronti,le scimmie che saltano da un albero all’altro e che sono così sorprendentemente simili a noi, puoi ammirare le costruzioni perfette delle termiti e l’indimenticabile volo dei fenicotteri rosa che sorvolano il mare al tramonto. Si atterra a Mombasa; un mezzo sgangherato porta noi turisti a Malindi. Durante il tragitto il nostro sguardo è rapito dalla moltitudine di uomini donne e bambini che ci salutano e a volte provano a rincorrerci. Già abbiamo sentore che vivremo una terra ricca di contraddizioni e sorprese. Malindi ci si presenta come un incrocio di strade: da una parte la zona dei casinò e dei negozi-souvenir per occidentali, dall’altra il mercato e la famosa fabbrica del legno. E’ già evidente il contrasto tra ricchi e poveri, tra padroni e manovalanza. Nella fabbrica di legno gli intagliatori lavorano con varie tipologie di legno (teak, ebano e altri legni chiari e scuri); il prodotto finale è quello che ritroviamo anche nei mercatini delle nostre città, magari a un prezzo migliore. Tuttavia aver avuto la possibilità di osservare le varie fasi di produzione degli oggetti giustifica ampiamente la maggiorazione. Su ogni opera c’è l’etichetta con il prezzo in scellini kenioti e il numero del lavoratore che l’ha intagliata. Al mercato è possibile acquistare prodotti alimentari, ma anche vestiti (perlopiù usati) e generi vari. C’è anche il mercato del baratto dove il turista può scambiare oggetti di ogni genere (dall’abbigliamento alle creme solari agli orologi) con souvenir del luogo. La povertà è veramente molto evidente, ma la dignità delle persone che offrono le loro mercanzie è a dir poco sorprendente. Le parole in suhailly (la lingua ufficiale del Kenya) che è d’obbligo apprendere subito sono “jambo” (tradizionale saluto) e “Hakuna matata” (Nessun problema), che i Kenioti con un sorriso accattivante ripetono instancabilmente a tutti i turisti che affollano la città e le spiagge. Il nostro villaggio, gestito da Italiani, è davvero delizioso: intimo, accogliente e ricco di una vegetazione rigogliosa. La spiaggia è a poche decine di metri ed è caratterizzata da colori dorati e dalla presenza di dune di sabbia, al tramonto assume un aspetto struggente che lascia quasi senza fiato. Una tappa obbligata è senz’altro Sardinia due, lingue di sabbia che si formano con le maree. Si ha l’impressione di essere stati catapultati in un paradiso terrestre,fatto di trasparenze marine e pesci multicolori. Da non dimenticare neppure le aragoste che ci offrono per pranzo: sono ottime! Il Kenya ritaglia nel cuore di chiunque vi arrivi uno spazio inviolabile in cui c’è scritto che quella terra continuerà a sedurci per sempre, malgrado le distanze spaziali e temporali.

, a cura di Brunella Farina

Data notizia: 10/31/2008

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