siciliainformazioni.com
Qualche volta basta Giuseppe Garibaldi per incanalare altrove l’attenzione, qualche volta no. Gianfranco Micciché ci ha provato a dare una sterzata verso le strade e le piazze intitolate al Generale, rivolgendosi ai sindaci siciliani perché cancellino quel nome, ma non è successo niente perché l’hanno capito pure i bambini delle scuole materne che Garibaldi è diventato un interessante diversivo e non ci cascano nemmeno gli storici, che prendono cappello quando leggono ricostruzioni estemporanea delle vicende nazionali. Stavolta niente, s’è incazzata Stefania Craxi ed ha diffuso una nota per farci sapere che “chi cancella Garibaldi non rispetta i siciliani”. Tutto lì. Ma c’è da capirla, non ce la fa a tacere: suo padre è stato il maggiore collezionista di cimeli del Generale ed aveva un culto per le sue gesta. Quando gli è stato sottratto l’argomento, e probabilmente non se l’aspettava, Gianfranco Miccichè ha dovuto fare i conti con se stesso. Ma che ci sto a fare al Cipe, se la delega del Presidente del Consiglio non mi concede il ruolo politico che mi è stato affidato? Non si tratta di una questione di principio, ma dei fondi Fas, le risorse europee che dovrebbero servire a progetti di sviluppo e che in Sicilia servono a sopravvivere, perché c’è da fare campare un esercito di precari stabilizzati e non. Il Presidente Lombardo si lamenta a voce alta: un’indecenza, ma spiega con parole felpate i ritardi del governo nazionale, Micciché, invece, che è investito della questione in pieno – ne va della sua credibilità – non ha peli sulla lingua e offre al pubblico dominio una versione dei fattio inquietante. I soldi non arriverebbero in Sicilia perché c’è lui: i suoi colleghi di partito, il PDL, stanno facendo terra bruciata, e finché rimane al Cipe, farebbero di tutto per mettere i bastoni fra le ruote. Con chi ce l’ha? I destinatari dei sospetti sono sempre gli stessi: il Presidente del Senato, Renato Schifani, e il Ministro della Giustizia, Angelino Alfano, considerati i leaders di una fazione del Pdl assai corriva verso Miccichè, il quale ha costruito un solido asse – per amore e per forza – con il Governatore per parare gli assalti alla sua corrente (Bufardeci, Prestigiacomo ed altri). L’assessore Scoma e il vice coordinatore uscente di Forza Itralia, Giuseppe Castiglione, che non stanno con Miccichè – ma con Schifani e Alfano - addebitano i ritardi della presa d’atto del Cipe all’invio dei fondi europei, proprio al governo regionale, colpevole di non avere chiarito sufficientemente la loro destinazione. “Non è asffatto vero, sostiene il sottosegretario Miccichè, non manca più nulla”. E accusa: “Alcuni politici siciliani non vogliono che sia io ad erogarli in questa fase di campagna elettorale”. Ecco il movente della competizione delle europee, che ritorna. Si affacciò subito quando il Cipe diede immediatamente il benestare ai Fas per le regioni del Nord, facendo arrabbiare il governatore pugliese, Vendola, che sospettò un intervento del Ministro Fitto, pugliese come lui, perché la regione non ottenesse un euro prima della campagna elettorale. Ma Vendola non fa parte della famiglia del centrodestra né del Pdl: l’opposizione ne cerca sempre una per rimproverare il governo. Ma stavolta la denuncia, chiara ed incontrovertibile, viene dall’interno del Pdl e del governo Berlusconi. Il Premier e il Ministro Tremonti sarebbero stati aiutati a “scegliere” la cosiddetta linea del rigore con conseguenze disastrose per l’Isola, a sentire Miccihè e Lombardo. Intanto il bilancio della Regioone, il cui esame è ormai aalle ultime battute, non ha potuto tenere conto dei fondi Fas – Miccichè ha suggerito di tenere conto di una parte dei fondi già deliberati – ed ha dovuto fare ricorso a mutui dispendiosi. Insomma piove sul bagnato. I conflitti all’interno della maggioranza sembrano riproporre il quadro politico della prima repubblica con le correnti democristiane che s’accapigliavano per aggiudicarsi le fette più robuste delle risorse pubbliche disponibili. Ma la contesa siciliana guarda lontano. Probabilmente ha ragione Miccichè a credere di essere nel mirino. Se gli danno il cordone della borsa crescerebbe in modo inquietante, e questo non piace a tanti pezzi grossi. Fondi Fas o meno, tuttavia, la strada verso la poltrona di coordinatore regionale del Pdl, è spianata per Gianfranco Miccichè, dato che prima o poi, dovranno pur arrivare i fondi in Sicilia e sarà lui a gestirli, insieme con il Governatore.
E se questo non fosse sufficiente, Gianfranco Miccichè ha un altro argomento da fare valere a Palazzo Grazioli: era in testa ed è stato sorpassato da Alfano e Schifani, titolari di prestigiosissime poltrone nazionali. Silvio Berlusconi è sensibile alle mozioni degli affetti oltre che agli equilibri interni.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/23/2009
dalla nostra Daniela Bruzzone
Dalle nostre ricette ingredienti per 4 persone... scoprile!