Fondi europei per concreti obiettivi di sviluppo

PALERMO - “Colgo nelle parole dell’arcivescovo di Palermo, monsignor Paolo Romeo, attenzione e condivisione per il processo di riforma della pubblica amministrazione che, con determinazione, stiamo portando avanti”.Lo ha detto l’assessore regionale alla Presidenza, Gaetano Armao, intervenendo all’assemblea congressuale dell’Anci Sicilia (Associazione nazionale dei Comuni italiani) riunita a Palermo nei saloni del castello Utveggio. “Da ben nove anni - ha sottolineato Armao - la Regione non legifera su tale materia. Oggi siamo in ritardo. E non è certo un caso se gli imprenditori che operano in Sicilia ci dicono che il settanta per cento dei loro problemi dipende da una burocrazia bloccata che va riformata in tempi brevi”. “Oggi - ha aggiunto - nell’amministrazione regionale i dirigenti di età compresa tra 35 e 40 anni sono appena undici. Continuando così andremo solo a sbattere. Il nostro progetto di riforma prevede anche uno svecchiamento dell’amministrazione. Non con il ricorso ai baby-pensionamenti, ma con un accompagnamento all’esodo del personale. Chi lascerà l’amministrazione dovrà fare i conti anche con qualche sacrificio economico. Dobbiamo dare spazio alle nuove leve. Per questo prevediamo di assumere un giovane per ogni tre dipendenti che sceglieranno il prepensionamento”. L’assessore si è anche soffermato sulla programmazione dei fondi europei e, in generale, di tutte le risorse finanziarie che la Regione utilizzerà da qui al 2013. “Per l’utilizzazione delle risorse comunitarie - ha detto - ci sono 173 linee d’intervento. Si tratta di un’impostazione sbagliata all’origine che va modificata. I fondi europei non debbono essere impiegati in mille rivoli. Così facendo si frammenta la spesa e si riduce l’impatto positivo sull’economia.. E’ necessario riprogrammare questi fondi, cosa che faremo entro il 2010. Una volta attuata la riprogrammazione, concentreremo queste risorse nella realizzazione di precise iniziative di sviluppo”. “Sempre a proposito dei fondi europei - ha affermato Armao - bisogna tenere conto che, dopo il 2013, la Sicilia non avrà più a disposizione, da Bruxelles, risorse così copiose. Questo significa che, già da adesso, dobbiamo imparare ad attrarre investimenti”. “Ma attrarre investimenti - ha concluso l’assessore - significa anche dare tempi certi agli imprenditori che decideranno di investire i propri capitali in Sicilia. E qui torniamo alla riforma della pubblica amministrazione: perché solo un’amministrazione moderna, agile e con le carte in regola potrà dare risposte tempestive alla famiglie e alle imprese e garantire, così, lo sviluppo alla nostra regione, mettendola al riparo dalle pressioni della mafia e della corruzione”.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/25/2009

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