E' Raffaele Lombardo il vero candidato

E' Raffaele Lombardo il vero candidato www.siciliinformazioni.com Angelino Alfano, coordinatore di Forza Italia, ha proposto all'Udc, la candidatura di Roberto Lagalla alla presidenza della Regione siciliana. E' una svolta clamorosa e non imprevista, in considerazione dell'autorevolezza del personaggio, della sua indipendenza dai partiti e del suo rapporto di stima ed amicizia con il Presidente della Regione dimissionario, Salvatore Cuffaro. Alfano, in questo modo, ha messo a tacere una frangia importante del suo partito - che fa capo al senatore Firrarello ed all'eurodeputato Castiglione, entrambi del catanese - che hanno manifestato la loro netta contrarietà ad una candidatura del leader dell'MPA, Raffaele Lombardo. La decisione di Alfano, se confermata (si tratta di voci provenienti da ambienti autorevoli di Forza Italia), crea sicuramente dei problemi in casa Udc e, sopratutto, mette a repentaglio alla prima prova importante, la solidità dell'alleanza fra Udc e Mpa, nata con grande enfasi a Caltanissetta, come una tappa importante verso la nascita di un grande centro, erede della DC tenuta a battesimo proprio a Caltanissetta quasi settanta anni por sono. L'iniziativa di Alfano è stata sicuramente concordata con i dirigenti di Forza Italia e segue una serie di colloqui, incontri, consultazioni che lo stesso coordinatore azzurro ha avuto nelle ultime ore. Roberto Lagalla è l'attuale assessore alla Sanità della Regione siciliana, il più accreditato candidato al Rettorato nell'Università di Palermo ed è stato il "costruttore"della fortunata dependance universitaria di Agrigento. Le buone relazioni di Lagalla con Cuffaro sono probabilmente nate proprio nella provincia dell'ex Presidente. La crisi di governo nazionale e lo scioglimento delle Camere potrebbe dare a Lombardo nuove chances e permettergli di accettare il diktat di Forza Italia. Conoscendolo, tuttavia, appare difficile che s'inchini alla volontà degli azzurri siciliani. La rilevanza della svolta di Alfano si può evincere dalle frenetiche trattative, dalle tensioni e dal rincorrersi di voci sul ventaglio delle candidature della giornata di ieri. Ciò che leggete qui di seguito, in qualche modo superato dalla proposta di Forza Italia, costituiscono una testimonianza del clima politico nel centrodestra siciliano. Premessa: ciò che sto per scrivere richiede la vostra attenzione, non potete girare lo sguardo qua e là, dovete concentrarvi, altrimenti vi perdete il meglio. L’argomento è consueto, le candidature, ma la storia è ingarbugliata. Suggerisco a coloro che hanno a nausea, non a torto, questi temi, di portare pazienza, e a chi non ne sa assolutamente niente, di provare a capire. Più che un articolo, insomma, è una sciarada. Chi ci capisce è bravo. Allora, cominciamo da Angelino Alfano, il quale è il coordinatore di Forza Italia. Non chiedetemi che significa “coordinatore”, perché non lo so. Sono rimasto al tempo dei segretari di partito. Ma Forza Italia non è un partito, è un movimento o qualcosa che sta a mezzo. Comunque sia, Angelino Alfano coordina, in questo frangente, il lavoro di ricerca del candidato alla presidenza della Regione. Non per il suo partito, ma per la Casa delle Libertà. Dopo avere svolto le consultazioni, come si fa nei paesi civili, ha riferito al leader, Silvio Berlusconi. FI siciliana preferisce che sia lui, Alfano, a candidarsi. Certo, come si legge nei giornali, gli è costato dovere riferire il risultato, avrebbe preferito fare un altro nome, parlare di se stessi non è bello. Sarà arrossito, si sarà imbarazzato? Chi lo sa, sono affari suoi. Dopo avere espletato questo ingrato compito, ha fatto sapere a tutti che la sua investitura non vuole imporre alcunché agli alleati. Come, no? E allora perché è stato “investito”? Non siete del mestiere: non potete capire. Nemmeno io ci riesco, qualche volta. Spiego meglio: ad Alfano sta a cuore il centrodestra, la squadra, chi fa il goal ha poca importanza. Dicono così Capello e Spalletti, per questo vincono senza avere fior fiore di giocatori come quel fortunato di Mancini. Di conseguenza, sostiene Angelino, se l’UDC ha un candidato suo, non c’è problema. Avrebbe dovuto saperlo, in verità, che qualche pensierino l’Udc l’ha fatto sulla Presidenza della Regione, ma non si può dare tutto per scontato. Naturalmente, conclude Alfano, FI, cioè lui, si tira da parte se il candidato viene dalle fila dell’UDC. Che significa? Lo spiega l'interessato: nel caso in cui il candidato esca dalle fila dell’MPA, non se ne parla nemmeno. FI può inchinarsi ai desideri dell’UDC, non dell’MPA che conta di gran lunga di meno. Il ragionamento non fa una grinza. L’Udc, però, già da qualche tempo, ha stretto un patto di ferro con l’MPA. E perché l’avrebbe fatto? Il successore di Cuffaro è Raffaele Lombardo, leader dell’MPA. Dunque, Alfano, in realtà vuole scombinare le carte all’UDC, nonostante sappia quanto l’UDC tenga a Raffaele Lombardo: pone il veto, senza porlo. Perché? Raffaele Lombardo non piace alla frangia catanese di FI, segnatamente al senatore Firrarello ed a suo genero, l’eurodeputato Castiglione: basta per convincere il partito a fare altro? Sì, basta. Tutto chiaro, dunque. Eh, no. Raffaele Lombardo già da qualche giorno ha messo le mani avanti, manco se lo sapeva che quelli di FI gli avrebbero fatto lo scherzetto del semaforo rosso. L’MPA non voterà un candidato forzista. Veti incrociati, dunque. Fra i due litiganti, il terzo gode, secondo logica. Ma la politica con la logica non ha nulla a che fare. Quindi il braccio di ferro si consumerà per molti giorni, alla fine le cose andranno come devono andare. Vi avevo avvertito, non è facile capire. Dentro Forza Italia ci sono altri aspiranti alla candidatura, per esempio Gianfranco Micciché, che fino a qualche giorno fa ha riferito che sua moglie l’avrebbe seguito a Roma. Traduzione: mi candido alle politiche, non c’è spazio per la presidenza della Regione, non mi vogliono. Micciché è stato frettoloso e troppo pessimista. Che ha fatto? Ha detto a Berlusconi che in Sicilia è necessario rompere con il passato. Cuffaro non c’è più, che cosa intende dire? Quello che ha detto, né più né meno. Non significa niente per i comuni mortali, ma per lui no, significa qualcosa di preciso. Per esempio Stefania Prestigiacomo, che vive fuori dalle beghe di partito ed è giovane e forte. Si fa guardare ed ascoltare. Non parla per sé, Miccichè. Cosi sembra. Attenzione, però, le apparenze ingannano. Sponsorizza Stefania, ma anche se stesso, perché lui rappresenta la rottura con il passato, non altri. Con la folla di candidati torna ad aspirare, direte voi. Non è una perdita di tempo? No, no lo è: i candidati sembrano molti, ma sono pochi, anzi pochissimi. In FI candidati veri non ce ne sono. Hanno messo in mezzo Francesco Cascio e Renato Schifani nelle ultime ore, e non ci entravano niente. Se non ci sono candidati, chi è il candidato vero? Non l’avete capito? Ma è Raffaele Lombardo, sempre lui. Se non fosse lui, ne vedremmo delle belle. Ve l’avevo detto che era difficile raccapezzarsi. Se ci siete riusciti ed avete letto fino alla fine, siete stati bravi. Complimenti.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/7/2008

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