A proposito di nuova tangentopoli, quella, per intenderci, dell’inchiesta di Firenze e del sottobosco della Protezione Civile spa, la nuova grande mamma dell’Italia che non vuol rinunciare ai suoi vecchi vizi. Non entro nel merito politico-giudiziario, anche perché la strada è lunga e c’è tempo per vederne delle belle: voglio ricordare ai più giovani che la prima Mani Pulite è cominciata con una mini tangente da 7 milioni di vecchie lire (3500 euro) al mariuolo Mario Chiesa per un povero contributo legato al Pio Albergo Trivulzio. Era un piccolo rivolo d’acqua da cui è nato un delta come quello del Volga. Quindi, c’è tempo per parlarne. Lasciamo per ora che Bertolaso parli di fango (è la sua materia).
Quello che più mi ha colpito, delle registrazioni delle telefonate degli imprenditori tipo Anemone e dei Direttori Generali dei Lavori Pubblici di un paese di nome Italia (sic!) come Balducci, quando parlano di figli e cognati da sistemare, è il loro linguaggio.
Per dirla chiara, questo linguaggio rivaluta abbondantemente film che abbiamo sempre ritenuto film-spazzatura come i cine panettoni dei Boldi e dei Cristian De Sica. Fermi tutti. Non sono capolavori ma neanche spazzatura. Sono film-verità. L’Italia, effettivamente – pardon, una parte sostanziosa dell’Italia che conta, quella degli alberghi 5 stelle, delle escort più o meno di lusso, dei Suv, dei telefonini, dei Rolex – è quella. Ci avevano segnalato qualcosa di autentico (purtroppo non ho un altro aggettivo) in questa direzione i Ricucci, i Consorte e i furbetti del quartierino. Ora, con gli Anemone e i Balducci abbiamo un quadro esaustivo.
La scoperta merita un esempio. Sentite Balducci come chiede ad Anemone di sistemargli il figlio. Con questo eloquio: “Dico che quello oggi ha fatto trent’anni. Io per carità non voglio nemmeno confrontarmi con voi. Ma io dico che tu, a trent’anni, eri già capo di un piccolo impero. Questo non c’ha manco un posto da usciere tanto per essere chiari. Permetterai che uno è un po’ incazzato.”
Italia, 2010, cinepanettone continua.
Pino Dato
, a cura di Alfredo Gennaro D'Agata
Data notizia: 2/24/2010
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