Carmelo Sardo

Carmelo Sardo

“Vento di tramontana” è il primo romanzo di Carmelo Sardo, noto giornalista del Tg5, edito dalla Mondadori nella collana Scrittori Italiani e Stranieri, uscito nelle librerie il 2 marzo scorso. Si preannuncia già un successo, su Facebook hanno creato il gruppo “Vento di tramontana”, in cui i lettori fanno vere e proprie dichiarazioni di affetto e di stima all’autore, siciliano doc. I commenti sono unanimi e fanno venir voglia di leggere il libro, definito coinvolgente. Carmelo sta presentando “Vento di tramontana” in Sicilia. Catania, Agrigento, Trapani, Enna e Palermo sono le prime tappe, a metà aprile sarà la volta di Roma e Milano. Siamo nel Centro Palatino di Mediaset, dove ci sono studio e redazione del Tg5, per intervistare il giornalista, nato a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Vento di tramontana…è autobiografico? In parte. A venti anni, circa venticinque anni fa, grazie al suggerimento di un mio amico, ho scelto di fare il servizio militare come agente di custodia, e mi sono trasferito a Favignana nel supercarcere con i detenuti “fine pena mai”. E’ stata un’esperienza tanto importante, quanto ricca. Anche il protagonista della storia è un agente di custodia ventenne, molto innamorato della sua fidanzata, che svolge il servizio militare a Favignana...Il ragazzo inizialmente detesta l’isola e la sua tramontana, che condiziona i trasporti marittimi (quando si alza il vento non partono gli aliscafi) e quindi lui non può raggiungere i suoi affetti nelle giornate libere. Il vento insomma decide per gli isolani. Nel testo c’è tutto: eros, amore, amicizia, bene, male, sogno, realtà, trepidazione, angoscia, vita, sentimento. Qual è, se c’è, il fulcro del romanzo? L’amicizia tra il ragazzo e un capomafia. A chi è dedicato? A mia mamma (che ho perso tanti anni fa), a mio padre (che si è commosso leggendo la dedica), ai miei due figli e alla mia compagna. Di che parla? Mi racconti la trama? Il protagonista viene improvvisamente catapultato in una realtà più grande di lui e profondamente diversa da quella vissuta fino a quel momento. Non vede l’ora che trascorrano i nove mesi e per farli passare il più velocemente possibile affida i suoi segreti e i suoi desideri ad un quaderno, che scrive sul muro di cinta quando l’impegno carcerario glielo permette. Il quaderno diventa una sorta di diario, su cui comincia ad annotare quello che succede in carcere. L’iniziale rigetto verso l’ambiente si trasforma in attrazione e il suo diario diventa una sorta di diario dei detenuti; il giovane diventa il depositario dei segreti dei boss, protagonisti di vicende di vita tanto strampalate, quanto umane. Quando hai deciso di scrivere un libro? Qualche anno fa ho ritrovato quattro quaderni, che avevo scritto durante il servizio militare, ne ho parlato con amici e parenti e mi sono reso conto di suscitare grande interesse e curiosità in loro; così ho scritto la storia, che è stata pubblicata da Mondadori. E’ il primo di una serie? Sto già lavorando per un progetto più complicato ed impegnativo. Cosa volevi fare da ragazzo? Il cantante, cantavo sempre, ho fatto anni di tourneè, dai miei sedici ai ventidue anni, con Pippo Flora ad Agrigento. E poi? Come e quando hai cominciato a muovere i primi passi nel giornalismo? Il destino ha fatto la sua parte. Ho avuto un incidente in vespa nel ferragosto dell’81e mi ha soccorso il responsabile del Giornale di Sicilia e di Teleacras (la prima tv privata agrigentina) che ha subito apprezzato la mia voce e mi ha coinvolto nel mondo del giornalismo. Dall’83…mattina al Giornale di Sicilia, pomeriggio a Teleacras. Cosa hai imparato a Teleacras? Tutto! L’esperienza di quegli anni anche oggi è fondamentale nel mio lavoro, la ritengo una vera e propria cucina giornalistica! Cosa ti manca della Sicilia nella capitale? Papà, mia sorella, i veri amici che stanno lì. Gli odori, i sapori, il cielo con le nuvole come schiuma da barba, il pesce, la pasta coi ricci, i cannoli di Noto. Torni spesso a Favignana? Cosa ti manca dell’isola? Non sono mai tornato a Favignana. Mi manca riassaporare il carcere. E’ stato uno svezzamento, un apprendistato alla vita. Per noi è stato un piacere conoscerti. E ora…buon vento di tramontana ai lettori di Lipari.biz.



Daniela Bruzzone

Data notizia: 3/29/2010

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