Marina Abramovic è un’artista che, con i suoi lavori, esplora la relazione tra il performer ed il pubblico, sfidando i limiti del corpo e le possibilità della mente. La sua più conosciuta performance, nonché quella durante la quale mette di più alla prova questi limiti, è Rhythm 0 del 1974. L’artista si assegna un ruolo passivo, stimolando il pubblico a diventare la forza che agisce su di lei. Per farlo, posiziona su un tavolo 72 oggetti (tra cui, ad esempio, una rosa, una frusta, del miele, una pistola o dell’olio d’oliva) che le persone sono libere di usare come preferiscono su di lei. Marina Abramovic è rimasta così in balia di sconosciuti per sei ore, per vedere quanto vulnerabile ed aggressivo può diventare l’uomo, se al sicuro da eventuali conseguenze sociali. Oggi, l’artista vive e lavora a New York, ma il 10 giugno 2012 Il Sole 24 Ore riporta, sotto il titolo “Marina Abramovic: la forza di Stromboli”, le seguenti (tradotte dall’inglese) parole dell’artista: “il mio luogo preferito in Italia è Stromboli, perché ha un vulcano attivo con un’energia che mi ha ispirato nel fare opere connesse direttamente a questo”. In particolare, “Stromboli” è una delle sue tante opere/performance, in cui espone sé stessa ed il suo corpo a forze esterne. Si tratta di un video in bianco e nero di Marina Abramovic sdraiata sulla riva del mare con il viso, unica sua parte inquadrata, rivolto verso il cielo. Tiene gli occhi chiusi e le onde del mare le bagnano il corpo ed i capelli, mentre lei resta in silenzio, seguendo i movimenti della corrente con la testa. L’unica reazione che ha è alla fine del video, quando un’onda più forte la sommerge e lei cambia posizione alla testa. In questa sua opera, intitolata e girata a “Stromboli” in onore dell’attivo vulcano lì presente, Marina Abramovic vuole sperimentare su se stessa le eruzioni che ogni quindici minuti fanno tremare la terra.
di Francesca Zampaglione
Data notizia: 2/26/2016
dalla nostra Daniela Bruzzone
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