In giro a scrutare i costoni più vulnerabili

In giro a scrutare i costoni più vulnerabili Gazzetta del Sud Salvatore Sarpi Lipari Una verifica via mare per rendersi conto, in prima persona, al di là di foto e rilevazioni di quella che è stata la reale portata delle frane che, in seguito al sisma di ieri, hanno interessato la zona a sud dell'isola. Si è conclusa con questo sopralluogo la giornata a Lipari del Capo della Protezione civile Guido Bertolaso. Unitamente al prefetto Francesco Alecci, al sindaco Mariano Bruno, ad alcuni suoi uomini, a Patanè dell'Ingv di Catania e a tutte le forze dell'ordine presenti sul territorio, rappresentate anche ad alti livelli, si è imbarcato sulla motovedetta d'altura della Guardia Costiera per un giro di perlustrazione durata una cinquantina di minuti. Da Sotto Capistello a Praia Vinci, sino a Valle Muria scrutando le aree di distacco, valutando possibili eventuali rischi, verificando che, alla fine, i crolli hanno interessato un'area abbastanza consistente ma non colpito le spiagge più frequentate. Piuttosto le piccole insenature, meta di bagnanti solitari, o aree a picco sul mare. A colloquio, con chi a vario titolo deve garantire sicurezza e controllo del territorio, come d'altronde viene già fatto, ha ribadito un concetto espresso più volte in mattinata: «Bisogna applicare e fare rispettare le ordinanze e i divieti che già esistono e mettere in atto tutti gli accorgimenti necessari affinchè altre zone a potenziale rischio non creino problemi di pubblica incolumità in caso di eventi. I turisti per primi sappiano che alle Eolie è possibile continuare ad andare in vacanza tenendo però presente quella che è la loro natura». Il sopralluogo è anche servito a un ulteriore stato cognitivo per chi dovrà occuparsi materialmente di trasformare in fatti concreti quanto è stato verificato e discusso nelle varie sedi. Fra cui non può mancare un intervento su quella parte di territorio isolano "instabile". Un intervento di non facile attuazione, anche per una questione economica e perchè "non è solo un problema eoliano ma di tutto il Paese" Bertolaso ha anche annunciato che il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo " si è attivamente impegnato contro il rischio idrogeologico: c'è un miliardo di euro stanziato nell' ultima finanziaria. Adesso bisognerà che quelli che debbono utilizzarli sappiano spendere in modo giusto queste somme. E' poco edificante parlarne adesso, bisognerebbe lavorarci in tempi normali e in condizioni tranquille attuando i programmi che noi abbiamo sempre chiesto". Turismo e sicurezza. Un binomio inscindibile sul quale ieri è intervenuto anche l'assessore regionale Nino Strano: "Viste le dichiarazioni del sottosegretario, secondo il quale non sono stati osservati alcuni divieti, e le preoccupazioni espresse dal sindaco Bruno sulla permanenza dei turisti, la Regione, per quanto di mia competenza, non potrà che sostenerli entrambi nella giustezza dei loro comportamenti. Sosterremo- ha rimarcato Strano- con uno sforzo particolare la promozione delle stesse isole Eolie nel mondo, anche attraverso il distretto delle isole e arcipelaghi di Sicilia, per garantire che non si allontanino quei flussi turistici che avevano cominciato a dare segni di ripresa". Dopo la riunione dell'unità di crisi al Comune di Lipari, il Sindaco di Santa Marina Salina, Massimo Lo Schiavo ha chiesto al Capo della Protezione Civile, che la Delegazione di Spiaggia di Salina sia dotata di un gommone tipo Alpha, per poter porre in essere maggiori controlli sulle coste dell'isola ( che non hanno riportato danni) e per essere maggiormente tempestivi in caso di soccorso in mare. Il terremoto, infine, ha causato dei piccoli danni al Museo archeologico Bernabò Brea. Il direttore Michele Benfari ha comunicato che al "padiglione classico (costruito in era fascista in cemento armato) alcuni reperti, con l'evento tellurico, sono ruotati su se stessi e hanno subito una serie di piccole scalfiture che recupereremo entro la fine della settimana, attraverso la presenza di personale tecnico della Soprintendenza di Messina e di due archeologi, le dottoresse Ollà e Zavettieri. Ovviamente, quest'esperienza deve farci riflettere - ha concluso Benfari - su come intervenire immediatamente sulle strutture dei padiglioni che in alcuni casi risalgono al XVI sec. e, a come agire sulla messa in sicurezza delle vetrine e dell'inestimabile patrimonio archeologico in esse contenuto".

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/18/2010

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