Gazzetta del Sud
PALERMO- Ultimi giorni per l'attuale esecutivo. Martedì all'Ars Raffaele Lombardo presenterà il suo nuovo governo, interamente formato da tecnici. Vi rimarranno tutti gli attuali "esterni" ma la novità assoluta sarà l'assenza del Pdl-Sicilia che non avrà espressioni nella compagine.
Disdetto l'incontro Lombardo-Micciché, sono bastate ieri poche battute per apire che ormai si è consumata la frattura.
A Cefalù il sottosegretario Gianfranco Micciché, a chi gli chiedeva quando si sarebbero rivisti ha risposto seccamente: ci si vede se ci sono cose nuove da dirsi.
Sufficiente a sancire l'interruzione di un dialogo, comprovata dal botta e risposta a distanza per la valutazione espressa da Micciché sui due Russo attuali assessori: ha promosso con pieni voti Massimo e la sua riforma della sanità; ha bocciato con zero tagliato Piercarmelo per la gestione del settore rifiuti, definendolo un "paralizzatore".
Giudizio che non è piaciuto a Lombardo: «Pier Carmelo Russo ha la colpa di aver paralizzato e azzerato quel grumo di interessi affaristici politico-mafiosi che stavano attorno ai termovalorizzatori. Ha paralizzato il sistema dell'eolico per il quale oggi c'è stato un sequestro di 1,5 miliardi di euro (ne parliamo nella pagian seguente) e quindi ha paralizzato il sistema di malaffare infiltrato dalla criminalità e da cosa nostra. Se questo è un demerito lo giudicheranno i cittadini».
E ancora: «A proposito di paralizzatori, temo stia parlando lo stesso linguaggio di quelle parti politiche che hanno detto, su termovalorizzatori e sanità, le stesse cose che oggi sono dette contro di noi».
Un'occasione per elogiare Piercarmelo Russo e gli stessi Democratici, che finora hanno sostenuto dall'esterno il governo e, nelle dichiarazioni di Lombardo, continueranno a mantenere la stessa posizione: «Non sarà un ribaltone – dice il governatore – Il Pd ha appoggiato le nostre riforme e non intendeva nè intende entrare nell'esecutivo». «Il Pd ha contribuito esclusivamente sul piano delle riforme fondamentali a partire dalla sanità. E quel sistema - aggiunge Lombardo - si è configurato per com'è, grazie all'operato all'assessore Massimo Russo, contestato anch'esso. Nessun ribaltone, stia tranquillo il cittadino siciliano ancor prima che il presidente Cascio. Nessuno vuole mollare nessuno. Se c'è bisogno di un adeguamento programmatico e organizzativo io vorrei che, insieme, dessimo luogo a questo cambiamento. Miccichè parla di blocco della spesa. Io credo che l'assessore Cimino, con cui Miccichè parla, e che è il protagonista di queste politiche, dica cose diverse: si è occupato di bilancio e anche di fondi strutturali e credo che Miccichè dovrebbe ascoltare anche lui»
E i numeri all'Ars, adesso che il movimento di Rutelli conta due deputati cosa dicono ? Lombardo sa di poter contare sui 14 deputati del suo Mpa, i 27 del Pd, i 2 dell'Api, ma anche sui cinque finiani e su un paio dell'Udc.
Numeri che potrebbero crescere perché nella stessa Udc si va consumando una frattura insanabile tra le due anime del partito quella che ormai si riconosce nel sen. Gianpiero D'Alia e l'altra che fa riferimento a Mannino-Cuffaro-Romano. Secondo voci di corridoio gli undici del gruppo sarebbero divisi in sei e cinque.
Oggi Lombardo sarà a Roma ma è top secret la sua agenda. Incontrerà Berlusconi ? L'aria che tira a Roma non è più tranquilla e la movimentazione al centro dello scacchiere politico apre prospettive ancora da definire nei numeri parlamentari, quelli che poi realmente contano, a Montecitorio come a sala d'Ercole.
Una svolta quella palermitana non digerita dagli assessori di Miccichè.
Titti Bufardeci, assessore all'Agricoltura ritiene che si accentuerà il blocco di ogni attività, sarà una svolta che peserà sull'economia perché non sarà possibile attivare percorsi virtuosi, penalizzati dai disegni di Lombardo che pensa più alle strategie politiche che al territorio. Le pensano diversamente i sostenitori del governo tecnico, affrancato da logiche di partito che finora hanno appesantito il cammino dei tre precedenti governi. Se a questo si aggiunge che in tanti sono convinti che le Politiche a primavera sono più che probabili dato il quadro nazionale, è chiaro che sui rapporti tra le attuali forze che spingono verso il centro incide la prospettiva elettorale.
Difficile a questo punto prevedere anche quale potrebbe essere la reazione del premier davanti all'uscita definitiva del Pdl da Palazzo d'Orleans anche con la componente dei "ribelli".
L'instabilità complessiva potrebbe indurre Berlusconi a tenersi fuori dalle logiche siciliane ? Adesso la situazione si complica ulteriormente ma la filosofia strategica potrebbe essere la stessa, per non alterare altri equilibri nel Parlamento nazionale, dove un singolo voto è prezioso e la frenetica campagna acquisti è in corso. ma. cav.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/15/2010
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