Gazzetta del Sud
Michele Cimino
Palermo
I soldi dell'Unione europea alla Sicilia? Sprecati. A puntare il dito contro la mala amministrazione delle risorse europee nella nostra Regione è, questa volta, il superpaludato Times. In particolare il quotidiano inglese, nel prendere atto che «tra il 2000 e il 2007 la Sicilia ha speso 7,4 miliardi di sterline (8,5 miliardi di euro, ndr) forniti dalla Ue per finanziare un programma chiamato Agenda 2000 per aiutare l'isola a riprendere il passo con il resto dell'Italia e dell'Europa» ha scoperto, da «un rapporto sullo stato di attuazione del progetto», che «quasi nessuno dei suoi obiettivi è stato raggiunto».
E, fra le spese prive di risultati concreti cita i «609 milioni di sterline, pari a quasi 700 milioni di euro, spesi per migliorare le risorse idriche, mentre la percentuale delle famiglie con problemi di approvvigionamento dell'acqua è in realtà aumentata», a cui si aggiungono «348 milioni di sterline, pari a quasi 400 milioni di euro, spesi per migliorare la purificazione dell'acqua, mentre la percentuale della popolazione che riceve acqua purificata è aumentata dal 43 a solo il 47 per cento».
Ne molto meglio è andata con gli investimenti (altri 348 milioni di sterline) per attirare il turismo fuori stagione. L'aumento nelle presenze, infatti, è stato appena dello 0,2 per cento. Ricordato, quindi, il recente arresto del sindaco di Capo D'Orlando, Enzo Sindoni, accusato di una truffa da un milione di euro alla Ue (ma il sindaco orlandino attualmente ai domicilairi si proclana innocente), il Times protesta perché, «nonostante questo passato catastrofico» la Sicilia sta per ricevere altri 5,7 miliardi di sterline dal programma Agenda 2007 che copre il periodo 2007-2013.
«Non si scandalizzi il Times – ha prontamente replicato il presidente della Regione Raffaele Lombardo – ma per colmare il divario infrastrutturale che separa la Sicilia dall'Europa servirebbero risorse almeno dieci volte superiori a quelle che ci hanno assegnato. Con i fondi di Agenda 2000, sono stati realizzati investimenti per tentare di colmare l'ormai secolare divario con il resto del Paese».
A giudizio di Lombardo, infatti, «servono più risorse che vanno investite nel segno di rigore, efficienza e legalità. E, proprio per questo – ha spiegato – siamo intervenuti per riformare radicalmente la macchina regionale, tagliando sprechi e riorganizzando l'amministrazione per renderla sempre più in grado di qualificare la spesa, anche quella comunitaria».
Non basta. «Per rilanciare la Sicilia e la sua economia – ha aggiunto – è necessaria una fiscalità che aiuti l'insediamento delle imprese. Per noi, la fiscalità di vantaggio è molto più importante dei contributi a fondo perduto, che possono aiutare le imprese a nascere, ma non cambiano il contesto complessivo. Con la fiscalità di vantaggio, invece, raggiungeremmo un duplice scopo: attrarre imprenditori nel nostro territorio e arginare il peso della criminalità organizzata che, come raccontano le cronache, punta ad aggredire la capacità di spesa dell'amministrazione pubblica e ad infiltrarsi nella gestione degli appalti».
«Il "Times" – ha commentato a sua volta il capogruppo di Fds Cateno De Luca – non fa altro che confermare quanto abbiamo sostenuto dal 2006 in commissione bilancio all'Ars ed evidenziato da Gianfranco Miccichè durante il suo intervento all'assemblea costituente di Forza del Sud sulla notoria inefficienza del sistema burocratico e della classe politica siciliana, in merito all'ingente spesa pubblica sostenuta nell'ultimo ventennio in Sicilia e nel Meridione».
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/1/2010
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