La Stampa
Marcello Sorgi
Le cave di pomice con una Magnani disperata che trascina una carriola. Il paesaggio lunare della Pollara del Postino. La lunga scalinata di Caro Diario. Il piccolo isolotto di Lisca Bianca in cui sparisce Lea Massari. Il cinema eoliano con la bellezza selvaggia del set naturale rivive fuori stagione in un film, un libro e un dibattito, ieri a Roma, alla Fiera della piccola e media editoria, occasione di incontro per gli amanti dell’arcipelago. Accolto con successo a Venezia il film di Giovanna Taviani Fughe e approdi ripercorre sul filo della memoria la storia di molti film girati alle Eolie, a cominciare, ovviamente, dal capolavoro del padre e dello zio («Quand'ero piccola - racconta lei - dicevo di essere la figlia dei fratelli Taviani!»). Ma quello di Giovanna è anche un film sulle credenze, le magie, i misteri delle isole, rivisitate a bordo di una vecchia tartana, un gozzo con vela rossa governato dallo stesso marinaio che quarant'anni fa accolse i suoi familiari.
Anche il libro di Nino Genovese (Cineolie, Edizioni del Centro Studi - Lipari) ricostruisce 50 anni di cinema nelle Eolie, a cominciare da quello straordinario pioniere di avventurose riprese subacquee, realizzate artigianalmente e con mezzi di fortuna, che è Francesco Alliata di Villafranca, il principe fondatore della Panaria film a cui si deve (ma non solo) Vulcano con la Magnani e indirettamente il concorrente Stromboli di Rossellini, con il grande scandalo della storia d'amore tra il regista e Ingrid Bergman. Attento, documentato, percorso da una vena umoristica e da notevole gusto per i dettagli, il libro di Genovese vuole anche sollecitare l'attenzione sull’iniziativa del Centro Studi (con l’appoggio del sindaco e dell'Unione cristiana imprenditori e dirigenti) per realizzare il Museo del cinema e della civiltà del bello.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 12/7/2010
dalla nostra Daniela Bruzzone
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