Gazzetta del Sud
Peppe Paino
Lipari
«A pochi mesi dall'apertura della stagione turistica, che da noi coincide con il periodo pasquale, la mancanza di certezze sul futuro dei collegamenti navali di Siremar, non può che portare alla condivisione delle preoccupazioni dei sindaci delle isole minori per i disservizi che rischiano di creare disagi ai visitatori e di scoraggiare gli arrivi». Così l'assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida secondo il quale «accanto alla definizione del percorso di privatizzazione, è essenziale risolvere il problema dell'assoluta inadeguatezza strutturale delle navi impiegate. Attendiamo che il governo nazionale mantenga gli impegni assunti direttamente dal presidente del consiglio Berlusconi in un recente incontro con il presidente della Regione, Lombardo» e che, intanto, la società dia garanzie sull'impiego di navi che assicurino una maggiore regolarità nei servizi».
Ma é proprio questo il cuore del problema? L'impressione è che si sconosca a Palermo la realtà delle Eolie.
Sanità, economia al collasso e soprattutto portualità. Non è il naviglio, piuttosto lo stato di vergognoso degrado dei porti commerciali di Lipari e di Santa Marina Salina che dovrebbe balzare all'attenzione. Eppure, il dietro front del sindaco Mariano Bruno, alle stesse accuse, rivolte ora da Tranchida alla Siremar, è recente. Il primo cittadino di Lipari, a tre mesi dall'inizio della stagione turistica ha definito la questione, in una lettera di sollecito inviata all'arch. Carmen Lo Monaco del Dipartimento Regionale Infrastrutture, Trasporti e Mobilità, letteralmente drammatica. La banchina di Punta Scaliddi e parte del porto commerciale di Sottomonastero , sono interdetti all'ormeggio delle navi in seguito ai rilievi post- terremoto dello scorso 16 agosto. La struttura necessita con urgenza di opportuni interventi di consolidamento perché, come ha evidenziato il sindaco «la situazione di grave rischio segnalata va assumendo, giorno dopo giorno, un portata maggiore di preoccupazione e di allarme per la precarietà dell'area portuale». A Santa Marina Salina, le navi Siremar sono ancora costrette ad attraccare in testata al porto (e pensare che l'approdo era considerato uno dei più sicuri) per i danni causati dalle mareggiate. Insomma, se è vero da un lato che la società di stato è chiamata a dare garanzie sui mezzi, soprattutto sul numero degli aliscafi, dall'altro deve essere la stessa Regione a farsi carico delle proprie responsabilità in un quadro, peraltro, sconfortante per quanto attiene agli interventi pubblici, sempre più latitanti. E pensare che i privati sono li, pronti con 130 milioni di euro , a risolvere tutti i problemi di realizzazione e manutenzione per rendere più funzionali e qualificare a livello turistico strutture, attualmente, da terzo mondo.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/21/2011
dalla nostra Daniela Bruzzone
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