Megaporto, Condotte rinuncia al progetto?

Megaporto, Condotte rinuncia al progetto? Gazzetta del Sud Peppe Paino Lipari Vent'anni dopo aver regalato il finanziamento del porto turistico a Santa Marina Salina, la storia potrebbe ripetersi con i 130 milioni di euro dei privati a discapito della crescita turistica e della sempre più asfittica economia eoliana. La notizia della revoca in autotutela, da parte del dirigente generale dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente, Sergio Gelardi, dell'assenso preventivo (ritenuto illegittimo) al progetto della Lipari Porto Spa per la rifunzionalizzazione del sistema portuale della principale isola dell'arcipelago eoliano e le continue difficoltà, obbligano, in un certo senso, Condotte d'acqua Spa, socio di maggioranza del Comune di Lipari, a guardarsi attorno. La società romana intenderebbe, infatti, puntare alla realizzazione del nuovo porto di S. Agata di Militello investendo buona parte della somma destinata a Lipari. Tutto può ancora accadere. Il Comune è stato invitato dal dirigente Gelardi a fornire entro 30 giorni eventuali determinazioni. Certo è che bisognerà vedere se, e come, Condotte sarà disposta a fare un passo indietro. Le criticità ravvisate dalla Regione sono rappresentate dal fatto, come scritto da Gelardi, «che il progetto preliminare presentato è unitario e prevede la realizzazione di un complesso intervento di portualità, turistica e commerciale, e la sua successiva gestione, per la parte turistica, da parte dell'ente locale e, per esso, di una società mista». Il dirigente generale dell'assessorato regionale al Territorio e ambiente ha fatto presente che per ricondurre gli interventi nell'ambito della norma di riferimento (legge regionale 17 marzo 2009 n. 3, articolo 1, comma 2) occorre «da un lato scorporare la parte relativa alla finalità turistiche da quella relativa a finalità commerciali e, dall'altro, definire un percorso condiviso tra tutte le amministrazioni interessate mirato ad attivare ordinarie procedure per la realizzazione del sistema portuale proposto dal Comune di Lipari». Ovviamente non sono mancate le reazioni politiche. Per Sinistra ecologia e libertà e per tutte le forze di opposizione, quanto avvenuto non è una sorpresa dal momento che «l'amministrazione comunale ha preferito non dotarsi dell'unico strumento che permette l'accesso a finanziamenti pubblici, il Piano regolatore portuale, per non pregiudicare un megaporto in mano a Condotte d'acqua per i prossimi cinquant'anni». Intanto continua a tenere banco e a preoccupare, nonostante le rassicurazioni del sindaco e della Giunta, la vicenda relativa alla realizzazione dei depuratori a Lipari e Vulcano. È ormai rottura tra il sindaco Mariano Bruno e il suo consulente all'urbanistica Gianfranco Guarino. Per il primo cittadino gli impianti, ormai prossimi all'appalto da parte della struttura commissariale, si devono fare e subito «per il bene di tutti perché sono a rischio attività, servizi pubblici e privati oltre agli stessi cittadini». Il sindaco, ha anche difeso la qualità degli impianti, all'avanguardia, che nasceranno a Canneto e Vulcano. Per il consigliere Guarino, invece, «si sta per uccidere l'economia turistica delle due realtà. Le Isole Eolie, patrimonio dell'umanità, rischiano di diventare - ha concluso Guarino - come Cuma, Agrigento, Milazzo, Barcellona». Entro fine mese il commissario per l'emergenza idrica Luigi Pelaggi incontrerà i cittadini.

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 2/10/2011

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