Dalle amministrative alt al bipolarismo

Gazzetta del Sud Michele Cimino Palermo Il vento del cambiamento non s'è fermato a Napoli, come sostengono taluni esponenti della sinistra che vorrebbero convincere il Pd ad una sorta di Santa Alleanza per future avventure elettorali dall'esito piuttosto incerto. Analizzando a freddo i dati emersi da questa prima tornata amministrativa, infatti, anche se il campione è piuttosto limitato, considerato che si è votato col proporzionale in soli 13 comuni, voti di lista alla mano, il primo dato che emerge, sopra ogni altro, è che l'era del 61 a 0 per il centrodestra sembra tramontata, che il mondo politico siciliano sia ora diviso in tre tronconi e che le ali, destra(Pdl, Pid e Forza del Sud) e sinistra (Pd, Sel e Idv), non superino, ciascuna, il 30 per cento dei voti. Il successo maggiore, sebbene fossero in molti a ritenere che con la scissione di Totò Cuffaro e Saverio Romano e dei cuffariani l'Udc siciliano avrebbe ottenuto risultati da prefisso telefonico, è arriso al partito di Pier Ferdinando Casini e Gianpiero D'Alia che, insieme con il Fli, pur essendo entrambi all'opposizione, hanno consentito al sindaco di Ragusa Nello Di Pasquale d'essere eletto al primo turno. Indubbiamente, nella valutazione dei dati, bisogna tener conto anche delle liste civiche, che hanno provocato la frammentazione del voto. Ciononostante, i dati emersi dalle urne lasciano pochi dubbi. La percentuale di voti più alta il Pdl l'ha ottenuta a Favara, nell'agrigentino, dove ha toccato quota 18,3%, non appena conosciuti i risultati, il coordinatore regionale di Forza del Sud, Pippo Fallica, notoriamente il più vicino al fondatore del partito Gianfranco Micciché, avendo chiaro anche il rapporto tra liste civiche e liste ufficiali, nel dirsi soddisfatto del risultato delle proprie liste, attestatesi sul 7 %, con riferimento «all'attuale schema del centrodestra", si è detto preoccupato perché il Pdl si sarebbe attestato, «nei comuni in cui si votava col proporzionale, sotto il dieci per cento. Più o meno – ha aggiunto – tanto quanto il Pid, nato l'altro ieri dalla scissione dell'Udc». A Patti, peraltro, il Pdl, che si presentava con una propria lista, ha ottenuto il 3,57 per cento, un quarto dei voti conquistati da Sicilia Vera di Cateno De Luca. A Campobello, il 4 per cento, contro l'8,7 per cento di Forza del Sud. È andata meglio a Ramacca, regno di Pippo Limoli, il deputato dell'Ars più vicino al coordinatore regionale Giuseppe Castiglione, dove ha ottenuto il 16 per cento dei voti. Nella media i risultati di Vittoria, dove la lista del Pdl ha ottenuto il 7,5 per cento e di Bagheria, dove ha incassato il 7,9 per cento dei voti, un po' meno della metà di quelli andati al Pid. Di tutto rispetto anche i risultati ottenuti dal Fli, su cui si era appuntata l'attenzione degli osservatori, considerato che anche questo partito è il frutto della scissione da An. «Abbiamo dimostrato – ha dichiarato il vice presidente di Futuro e Libertà Italo Bocchino nel ringraziare il coordinatore regionale Giuseppe Scalia e i parlamentari siciliani per il risultato – di essere un partito in forte crescita specialmente in Sicilia, dove nonostante l'elevata frammentazione di liste e partitini, Fli ha di media il 7%, con punte del 21. Per noi si tratta di un risultato di grande valenza politica, vera e propria premessa per poter raggiungere la doppia cifra alle prossime elezioni politiche». Forte del successo registrato, Gianpiero D'Alia, le cui liste, a parte il 94 per cento ottenuto dal confermato sindaco Udc di Porto Empedocle, Calogero Firetto, si sono attestate sulla media del 21 per cento, ha già ieri rese note le condizioni per gli apparentamenti. «Decideremo – ha detto - insieme ai nostri candidati a sindaco e ai dirigenti locali del partito, avendo a cuore in via esclusiva gli interessi delle comunità da amministrare. L'Udc sceglierà pertanto, in ogni comune, le alleanze sulla base dei programmi e delle capacità dei candidati di saperli realizzare, senza alcun tipo di pregiudizio. Analogo atteggiamento ovviamente chiediamo a quanti sono interessati a convergere sui nostri candidati che sono al ballottaggio». Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, le cui liste ufficiali hanno ottenuto il 14,5 per cento dei voti, pensa, invece, già al futuro, al 25 e il 26 giugno, quando «sarà lanciata la fase costituente» del nuovo partito, con l'obiettivo di «farla approdare in un partito veramente autonomo dagli schieramenti e che intende radicarsi anche nel resto del sud e tra i meridionali, non solo in Italia, ma nel mondo».

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 6/2/2011

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