Gazzetta del Sud
Peppe Paino
Lipari
Gli isolani non ci stanno a perdere il punto nascita e non sono affatto disposti ad abbandonare , come chiesto dall'assessore regionale alla sanità Massimo Russo a Lipari, " battaglie di retroguardia " . Quella per nascere all'ospedale di Lipari, come si è sempre fatto, non lo è. Mancanza di sicurezza per i pochi parti l'anno, e quindi " scarso allenamento" degli addetti ai lavori?
Occorrono soltanto bravi ginecologi e ostetrici ( a proposito di incentivazione dei medici a lavorare e vivere a Lipari) che conoscano, davvero, il loro mestiere, attraverso una formazione continua, perché in ginecologia non si può dare nulla per scontato fino all'ultimo. Poter venire alla luce in un'isola, inoltre, rappresenta, un elementare diritto dettato dalla posizione geografica come fatto rilevare all'incontro dibattito organizzato dal club Unesco, dal rappresentante dello stato, il prefetto Francesco Alecci.
Sia chiaro: per l'ospedale di Lipari, sentendo i pareri dei residenti, del comitato diretto da Saverio Merlino ( che ricorrerà al Tar) si vuole, essenzialmente, questo. Come lo hanno preteso nel resto delle isole minori italiane dove i punti nascita non sono stati toccati. Gli annunciati progetti obiettivo previsti dal piano ministeriale per le isole minori non potranno non tenerne conto oltre al normale potenziamento di ciò che riguarda l'emergenza –urgenza e dei servizi ambulatoriali come garantito dall'assessore Russo.
A patto che arrivino vere professionalità nell'ottica , come ama ripetere lo stesso Assessore, della "razionalizzazione della sanità per renderla efficiente". Il problema sta qui.
A tal proposito si è registrato un nuovo attacco del senatore Giampiero D'Alia dell'Udc, partito che, tra l'altro, sostiene il governo tecnico di Lombardo: «Invece di spiegare agli eoliani come si devono curare, cosa che sanno fare bene da millenni, malgrado le inefficienze della pubblica amministrazione, Russo- ha dichiarato D'Alia- si occupi di cacciare quei manager inefficienti che secondo la legge non hanno prodotto i risultati richiesti, a cominciare dalla provincia di Messina. E si occupi di incidere profondamente in quegli ampi settori della sanità pubblica e privata dove ancora oggi regnano lo spreco, il malaffare e la corruzione»
. Al di là del gioco delle parti è un ragionamento sul quale non si può trovare nulla da eccepire. Anche perchè si resta ancora in attesa di conoscere i bilanci delle Asp e le "pagelle" dei direttori generali. I liparoti, infine, si chiedono che fine abbia fatto l'amministrazione, oltre che il Consiglio comunale, e l'Ancim, l'associazione delle isole minori. Se in una comunità non si difende il diritto essenziale alla salute e alle opportune cure non si comprende a cosa serve occupare le poltrone.
, a cura di Peppe Paino
Data notizia: 8/7/2011
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