Ambientalisti con i "fucili" pronti

Ambientalisti con i "fucili" pronti Riceviamo dall'ing. Francesco Mirabito e pubblichiamo: Successivamente al Vs articolo "Caccia, al via dal 3 settembre" ( non era un nostro articolo ma di gds.it p.p.) ho approfondito l'argomento caccia alle Isole e ciò che ne emerge è, ancora una volta, una profonda carenza informativa da parte degli Enti preposti oltre che da parte dei media. Nel DDG 629 dell'ARTA all'art. 2 leggo: il presente Decreto esclude l’attività venatoria [....] oltrechè all’interno delle aree della Rete Natura 2000 ed attorno alle stesse per una fascia buffer di almeno 200 metri. Sul sito dell'ARTA, come in quello del Ministero Dell'Ambiente è possibile scaricare la cartografia delle aree Natura 2000 (ZPS-SIC-ZSC, e non soltano i SIC come qualcuno ritiene) delle Isole, ma ahimè non si trova in rete (o io non ne sono stato capace) una cartografia aggiornata indicante le aree in cui è realmente possibile l'attività venatoria e cioè che includa tutti i vincoli esistenti come ad esempio il divieto di cacciare per una distanza di 50 metri dalle strade (comprese quelle comunali non asfaltate). Allora mi sono preso la briga e l'impegno di realizzarla. Il risultato ottenuto, non sicuramente ufficiale (infatti invito chiunque a confutarlo) evidenzia come le aree idonee allo svolgimento della caccia siano veramente esigue, ridotte a dei fazzoletti (nella carta allegata indicati con il retino ciano). Considerato che per gli effetti dell'Ordinanza del Consiglio di Stato del 14 Febbraio 2006 n°783 tutte le aree della Rete Natura 2000 sono state equiparate, per quanto concerne il regime normativo e quello sanzionatorio, ai parchi e alle aree protette ne consegue che chiunque venga sorpreso a cacciare al di fuori delle aree consentite potrà essere denunciato alle autorità per il reato di bracconaggio. La pena è prevista dalla Legge 11 febbraio 1992, n.157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio", che all'art. 30 comma 1 d) recita: l'arresto fino a sei mesi e l'ammenda da lire 900.000 a lire 3.000.000 per chi esercita la caccia nei parchi nazionali, nei parchi naturali regionali, nelle riserve naturali, nelle oasi di protezione, nelle zone di ripopolamento e cattura, nei parchi e giardini urbani, nei terreni adibiti ad attività sportive. A questo punto mi domando, dove è avvenuto il corto circuito. Conosco bene le abitudini venatorie a Salina, in quanto vi risiedo, e stento a credere che vi sia anche solo un cacciatore, un amministratore o un tutore della legge che abbia realmente letto e di conseguenza valutato le implicazioni derivanti dal sopracitato Decreto. Insomma ci troviamo di fronte al solito teatrino composto da leggi emanate ma mai applicate sul territorio. Mi domando ma è veramente possibile che le Associazioni venatorie, gli Amministratori, le associazioni ambientaliste insomma nessuna delle parti in causa abbia svolto le osservazioni che io ho svolto in un paio di ore. Certamente vi deve essere qualche errore nelle mie valutazioni, dunque mi aspetto una dettagliata replica che possa mostrarmi dove ho errato. Concludo dicendo che il problema chiaramente è valido su tutto l'arcipelago, risulta, infatti, che la caccia è completamente interdetta a Stromboli e Panarea, ad Alicudi rimangono meno di 77 ettari a macchia di Leopardo; Filicudi, Lipari e Vulcano non sono state oggetto della mia attenzione sino a questo punto ma a giudicare dalla perimetrazione dei siti Natura 2000 esistente è lapalissiano ipotizzare che anche su queste Isole la caccia è consentita per legge solo in piccolissime aree che non possono di certo contenere le esigenze predatorie di tutti i cacciatori isolani. Dunque, esiste la volontà da parte delle parti in causa di discutere il problema per tempo? O si preferisce lasciar stare le cose così! Senza parlare in maniera troppo esplicita in modo tale che chi amministra possa dire di aver svolto il proprio lavoro e chi va a caccia ha l'opportunità di perpetrare le proprie abitudini, anche se oggi illegali. Come in altre occasioni chiederò e successivamente pretenderò il rispetto della normativa ambientale vigente. In nome di un'informazione più chiara ed efficiente rimango in attesa di utili repliche. Ing. Francesco Mirabito

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 8/29/2011

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