Nascere a Lipari ma in sicurezza

Nascere a Lipari ma in sicurezza Riceviamo da Luca Giogianni e pubblichiamo: E’ parecchio tempo che leggo su tutti mezzi di informazione locale e non il continuo e LODEVOLE interessamento sull’ospedale di Lipari e in particolare sul reparto di ostetricia e pediatria. Gruppi su facebook e associazioni che implorano e combattono perché sulla carta d’ identità dei loro futuri figli ci sia scritto “NATO A LIPARI”. PURTROPPO nato a Lipari c’è scritto anche sulla carta d’identità di mio figlio Matteo. Vivo da due anni circa un esperienza che, sono contento e sottolineo contento , la maggior parte di voi non ha vissuto e mai vivrà. Un esperienza che assieme a mia moglie e alle nostre famiglie ci ha fatto vedere diversamente dalla maggior parte degli Eoliani , la nascita di un figlio o un nipote. Purtroppo molti non si rendono conto che si sta parlando di un problema diverso, dai rifiuti che non vengono ritirati per qualche giorno, o di una strada chiusa , o di qualsiasi altro problema che ci affligge e che ha la possibilità di un tempo per la discussione e per la soluzione. Qui si parla di vite, le vite dei Nostri figli. Quelli che si stanno impegnando nella lotta per riaprire i reparti dell’ospedale di lipari si sono mai posti queste semplici domande? Quanti sono stati a Lipari i parti ritenuti problematici? Quale e’ la media nazionale di parti difficili ? E quale invece la media a Lipari? Qualora vi fosse un problema , quanto tempo passa prima che il bambino venga trasferito in una UTIN (unita di terapia intensiva neonatale) e di conseguenza riceva le cure e i trattamenti necessari ? Cosa cambia un solo minuto per un bambino che ha necessità di cure che qui a Lipari non sono garantite? No, credo nessuno se li sia poste. E credetemi non Vi condanno perché se un problema non ci tocca direttamente nessuno di noi è consapevole che esiste, o gli da la giusta importanza. A questo punto la maggior parte di chi legge questi miei pensieri starà facendo delle riflessioni (ma mica i guai capitano a tutti i bambini che nascono? E poi lui parla cosi’ perché è successo quello che è successo, puo’ capitare ovunque). Probabilmente è vero, se non mi fosse accaduto nulla di tutto ciò sarei il primo a combattere perché i miei figli nascessero a Lipari , ma come si dice dalle nostre parti "dopu ca arrubaru u santu ci missiru i canceddi i ferru". Quindi credo che la lotta per assicurarci che si possa nascere a Lipari, abbia senso solo se a questa opportunità sia accompagnata anche una garanzia che ci siano le strutture e le competenze per non rischiare, più di ciò che il fato dispone, la via e la salute dei nostri figli. Queste mio pensiero vuole solo essere una riflessione, da chi ha fatto esperienza sulla propria pelle, e di un padre che oggi e’ il padre piu’ felice della terra , perché tornando a casa trova un dolcissimo sorriso ad accoglierlo, solo che questo è possibile grazie a due cose: LA BONTA’ DIVINA principalmente, e in secondo luogo l’essere anato in una struttura meravigliosa come la UTIN DI PATTI, alla quale devo la vita di mio figlio, nelle persone che ci lavorano, intendendo tutti a 360° ma con un particolare legame (nessuno me ne voglia) al PRIMARIO DOTT.SSA CACACE E AL DOTT. MANDALARI . Scusandomi se mi sono dilungato troppo , voglio concludere con un pensiero: Non chiedete di riaprire i reparti, non sarebbe una soluzione. C’è la necessità di assicurare ai Nostri figli di nascere in sicurezza , bisogna lottare per avere un servizio adeguato alle necessità del caso, una struttura che sin dal primo giorno della sua apertura , possa garantire , PERSONALE QUALIFICATO, strumentazione adatta, in modo che , si possa scrivere nato a Lipari e non NATO DUE VOLTE!!!!!!!! LUCA GIORGIANNI

, a cura di Peppe Paino

Data notizia: 9/9/2011

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