Parti cesarei e corretta informazione

Parti cesarei e corretta informazione Riceviamo da Giovanni Rosa e pubblichiamo: Egr. Direttore, non le sarà sfuggito il caso della paziente di 30 anni operata di taglio cesareo e deceduta dopo tre interventi successivi. La magistratura ha aperto una inchiesta e siccome più volte nel passato sono stato chiamato dal Giudice come Perito per esprimere un giudizio tecnico sulla base degli atti di causa di casi simili mi permetto di dare una interpretazione a quanto successo affinchè si conoscano i gravi rischi di un secondo o terzo cesareo sulla stessa persona. Spiego brevemente: nel primo intervento l'operatore trova i piani anatomici e gli organi interni come riportati dai testi di anatomia descrittiva ma nel secondo intervento la situazione è molto più complessa per aderenze e anomalie dei piani per cui l'intervento risulta molto più difficile. Nel caso segnalato la paziente era stata avvertita del forte rischio o si è proceduto con imprudenza o negligenza? E si poteva procedere con minor rischio per il parto naturale?? Nei tempi andati si consigliava alla donna che aveva subito un taglio cesareo di evitare altre gravidanze e a tal proposito prima dell'intervento si chiedeva alla paziente se desiderava che le fossero legate le tube per evitare altre gravidanze. Oggi si agisce con maggiore liberalità o superficialità ma per lo stesso motivo del caso segnalato o per altre simili evenienze, le stesse domande possono sorgere a partire dalle prime contrazioni uterine fino agli ultimi atti dell'impegno nel canale del parto. La risposta ai difficili quesiti è legata alla esperienza degli operatori e alla fiducia collaborativa della paziente che ben gestita fin dai primi tempi della gravidanza riesce a dare un confacente e risolutivo risultato. Come ripetuto più volte e dimostrato da questi incresciosi fatti non è soltanto questione di “punto nascita” ma di tornare alla saggezza delle nostre nonne...e mamme. Giovanni Rosa

a cura di Peppe Paino