Gazzetta del Sud
Michele Cimino
PALERMO
Mario Monti aiutaci tu. L'assessore regionale all'Economia Gaetano Armao ha chiesto un incontro con il governo centrale affinché sia rivista la quota di compartecipazione della Sicilia alla spesa sanitaria per il 2012. Il ministro alla Sanità uscente Ferruccio Fazio, infatti, nonostante i sacrifici imposti ai siciliani dal piano di rientro, ha mantenuto la quota di compartecipazione al 49, 11, per cui al bilancio della Regione, in discussione in questi giorni all'Ars, mancano 635 milioni di euro. La quota corretta, in vigore fino al 2005, invece, avrebbe dovuto essere del 42, 5. A segnalare la differenza nelle entrate, sono stati, com'è noto, i giudici della Corte dei conti, intervenuti, com'è ormai prassi, in commissione Finanze. Per parte sua, l'assessore alla Salute Massimo Russo, ha definito "irricevibile" la proposta di riparto dei fondi sanitari per il 2012 fatta pervenire alle Regioni da Fazio. In base a quella proposta, che non aumenta i fondi e non modifica i criteri di riparto, imperniati sull'età e il numero degli abitanti, nel 2012 quasi tutte le Regioni potrebbero essere sottoposte ai piani di rientro. A giudizio di Costantino Troise, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, non solo non è stato aumentato il fondo per la sanità, ma non si è tenuto conto dell'inflazione, dell'innovazione tecnologica e degli investimenti per l'edilizia sanitaria. "La sanità pubblica – ha rilevato – entrerà in un sistema recessivo, in cui non basterà il taglio dei costi fissi del personale, ma si finirà per tagliare anche le prestazioni". Inoltre, "i criteri di riparto – sostiene Troise – rimangono quelli storici e non tengono conto delle richieste delle regioni del Sud, che avevano indicato come altri criteri quello della deprivazione e le più sfavorevoli condizioni socio-economiche. In questo modo il fondo non sarà più un elemento di coesione sociale, ma di conflitto". "Non solo il Sud – ha concluso andrà incontro a grandi difficoltà, ma anche molte regioni del Nord, che finora sono riuscite a chiudere in pareggio con fondi propri, non potranno più farlo per via del taglio dei trasferimenti agli enti locali". "Almeno per la Sicilia, la Puglia e la Liguria – ha aggiunto l'assessore Russo, la quota di partecipazione va rivisitata, perché non tiene conto della prevalenza delle malattie, della deprivazione, né della discussione che ha preceduto questo documento. Sarebbe meglio che il nuovo ministro Balduzzi presentasse una nuova proposta, perché questa è irricevibile". L'assessore Armao, per parte sua, si è subito incontrato con il commissario dello Stato, il prefetto Ferdinando Aronica, per informarlo della situazione che si è venuta a creare in Sicilia rispetto alle aspettative del governo regionale sugli aspetti di autonomia tributaria e fiscale previsti dagli articoli 36 e 37 dello Statuto speciale. E auspica di potere avviare un confronto con lo Stato entro quindici giorni. Intanto, nonostante i rilievi dei guidici contabili e dei funzionari della commissione Finanze, bilancio e finanziaria proseguiranno il loro iter nelle commissioni di merito, nella speranza che sia possibile aggiustare i conti prima del 5 dicembre, quando i documenti finanziari dovranno fare il loro ingresso a Sala d'Ercole. Essendo, infatti, quella della spesa sanitaria la voce maggiore, senza conti certi si rischia di dover riscrivere l'intera manovra. Senza un accordo con lo Stato, per cui possano essere iscritti fra le entrate i proventi delle accise petrolifere come compensazione della maggiore quota di partecipazione della Regione alla spesa sanitaria, infatti, si corre il rischio che il commissario dello Stato impugni il bilancio. E ciò anche se "la norma –ha ricordato Armao – stabilisce che l'aumento della quota era previsto per il 2010 e non dal 2010 e che oltretutto deve essere compensata con le accise".
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 11/19/2011
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