Gazzetta del Sud
Giovanni Petrungaro
Milazzo
Per la grande distribuzione da circa sei mesi è scattata una riduzione della superficie "virtualmente autorizzabile" per i nuovi insediamenti, ma di fatto sino ad oggi non è stato granchè tenuto in considerazione, visto che proliferano le richieste di apertura di nuovi Centri Commerciali. Il provvedimento, adottato dall'assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi nel giugno dello scorso anno, ma poco pubblicizzato anche tra gli stessi Enti Locali, mira infatti a ridurre il proliferare di nuovi insediamenti della Grande distribuzione organizzata in Sicilia. Il decreto - nelle more della necessaria rivisitazione della normativa vigente sul Commercio - adegua le disposizioni previste da un precedente analogo provvedimento del 2006 con il quale venivano fissati limiti e condizioni per il rilascio delle autorizzazioni e fissa il contingente della grande distribuzione su base territoriale e del bacino d'utenza al 10 per cento. Una restrizione – approvata da Confcommercio, Confesercenti, Cidec, Cisl e Associazione Dirigenti d'azienda – che punta a tutelare il sistema delle imprese di ridotte dimensioni, che - scrive l'assessore - ha un ruolo centrale per l'economia siciliana, ma sempre più a rischio sopravvivenza proprio per il proliferare della grande distribuzione». Considerazioni queste suffragate anche dai dati in possesso del "servizio Commercio" dell'assessorato regionale Attività produttive, che evidenziano come dal 2000 ad oggi sia stata autorizzata una superficie di vendita complessiva pari a 1 milione 164 mila metri quadrati di cui circa 226 mila per il settore alimentare (la restante parte, circa 930 mila metri quadrati per il settore non alimentare).
Dall'inizio del nuovo millennio sono sbarcate in Sicilia le più grandi aziende: Auchan, Ipercoop, Ikea, Leroy Marlin, Decathlon, Unieuro, Mediaworld, Carrefour, Iperspar, Pam – con una prevalente concentrazione in Sicilia Orientale, ma con una ipotesi di espansione anche in quella Occidentale. Da qui la necessità di adottare dei correttivi, in attesa sempre «della necessaria rivisitazione della normativa vigente in materia di commercio».
Cosa cambia ai fini pratici? Nel decreto si evidenzia che «le istanze per le quali le amministrazioni comunali hanno chiesto la fissazione della data di svolgimento della conferenza di servizi ex art. 9 della legge 28/99, prima delle nuove restrizioni, potranno essere esaminate secondo quanto previsto nell'analogo provvedimento del 2006. Per il resto si applicheranno le nuove norme. Nel messinese, nelle prossime settimane sono previste due conferenze di servizi per altrettante strutture. La prima - lunedi 23 gennaio - riguarda la realizzazione di una struttura nel comune di San Filippo del Mela proposta dalla società "Area srl", in terreni appartenenti a dei privati, per la realizzazione di una "Città del commercio, della moda e della tecnologia".
L'altro progetto – che sarà esaminato a fine febbraio – riguarda un Parco commerciale da realizzare a Milazzo nell'area dell'ex Montecatini, una vecchia industria di produzione di concimi con un'operazione di recupero di area industriale inserita nel tessuto cittadino. È appena il caso di ricordare che proprio nel Milazzese l'esperienza dei centri commerciali nello stesso bacino d'utenza ha creato dei problemi, tant'è che un ipermercato legato alla catena Carrefour gestito dalla Gdm, inserito in uno dei due "parchi" già esistenti alle porte della città è stato chiuso e il personale è in cassa integrazione.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/15/2012
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