Gazzetta del Sud
Santino Calisti
Siracusa
Da questa mattina sulle strade siciliane la situazione dovrebbe tornare alla normalità. I blocchi degli autotrasportatori, degli agricoltori e dei pescatori del movimento Forza d'Urto, che per cinque giorni hanno soffocato l'economia dell'isola, dalla mezzanotte di ieri dovrebbero essere stati rimossi.
I manifestanti hanno chiesto di poter poter proseguire la protesta per altri cinque giorni ma, ovviamente, non hanno ottenuto le necessarie autorizzazioni. Tuttavia, anche oggi e nei prossimi giorni saranno con ogni probabilità sulle strade. Ora che le loro clamorose iniziative hanno conquistato l'attenzione dell'intero Paese, ai massimi livelli, non vogliono fermarsi, non vogliono scomparire dalla scena ed essere dimenticati senza avere ottenuto ciò che chiedono.
Delle proteste in Sicilia ha parlato ieri sera in televisione il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti, intervistato nella trasmissione de La 7 "Otto e mezzo". Le ha definite «episodi gravi e preoccupanti». Nello stesso tempo, però, il premier, confermando che la prossima settimana (mercoledì) incontrerà il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo, si è mostrato fiducioso rispetto al rischio di un "contagio" al resto del Paese. «Non temo, non lo credo e spero non avvenga», ha detto il presidente Monti.
Ma ai manifestanti basta sapere, per ora, di avere fatto breccia, di essersi guadagnati la scena. Di ritirarsi adesso non ci pensano nemmeno: «Questa – dichiara Mariano Ferro, leader del Movimento dei Forconi - è un'occasione unica per i siciliani, mica abbiamo scherzato».
Nello stesso tempo, però, Ferro riconosce che le forme della protesta non potranno essere quelle che si sono viste sino a ieri. «Allargheremo le maglie dei blocchi – assicura - per consentire le forniture alle strutture sanitarie e permettere ai lavoratori di raggiungere gli stabilimenti del polo petrolchimico. Non siamo mica ignorati o imbecilli. Posso assicurare, però, che ci giocheremo questa partita sino in fondo. Sappiamo che se non otterremo stavolta quel che chiediamo non avremo un'altra opportunità. O ci risolvono i problemi o continueremo a protestare».
Le richieste dei manifestanti sono contenute in un documento che giovedì è stato consegnato al presidente della Regione Raffaele Lombardo. Si va dalla defiscalizzazione della benzina, alla riforma dei costi fissi per le fornuiture di metano, acqua ed energia. E inoltre rilascio del durc (documento unico di regolarità contributiva) anche in presenza di pendenze che verranno regolarizzate con un piano di rientro (Serit, Empaia, Inps) in anni 10 con interesse legali e senza spese aggiuntive (sanzioni accessorie, diritti di notifica, interessi per ritardato pagamento); abolizione dell'Imu sui fabbricati rurali ed insediamenti produttivi che interessano il prodotto locale; dotare la Crias di maggiori risorse finanziarie da destinare al mondo agricole e delle. E poi un secco "no" agli interessi usurai della Serit. Inoltre tutta una serie di misure a protezione delle produzioni agricole della nostra terra.
Il governatore Lombardo ha spiegato che sulla maggior parte di queste richieste la Regione non ha alcun potere decisionale e che potrà solo sollecitare il Governo a farsene carico. I manifestanti dicono di non potere aspettare ancora le risposte che aspettano. Ma non dovrebbe esserci alternativa.
Intanto da Roma già ieri è giunta la notizia di un primo provvedimento atteso dagli autotrasportatori. Arrivano, infatti, le nuove norme che consentono una velocizzazione del recupero delle accise per gli autotrasportatori. Salta anche il tetto di 250.000 euro per le compensazioni dei crediti d'imposta, una norma che vale soprattutto per le imprese del Sud.
All'ipotesi che i blocchi possano continuare anche oggi con gli stessi effetti dei primi cinque giorni i rappresentanti delle categorie produttive non vogliono nemmeno pensarci. Al prefetto Renato Franceschelli hanno spiegato ieri che le aziende non sono in grado di sopportare ulteriormente la paralisi a cui sono state costrette. «Se l'impegno di porre fine alla protesta alla mezzanotte di venerdì non sarà rispettato - ha detto il presidente provinciale di Confagricoltura Massimo Franco - andremo incontro a danni irreparabili. Il comparto – ha aggiunto - da domani deve poter spedire altrimenti sarà conseguente un serio problema occupazionale».
Il rischio è che se non si riesce a garantire le forniture si perdono quote di mercato a favore di altri operatori. E riguadagnarle non sarebbe facile. E poi c'è il problema delle produzioni che vanno a male: «Non provocano – afferma Franco - solo una perdita diretta per le aziende ma hanno forti ripercussioni anche in termini di occupazione per i prossimi mesi a cominciare dal conteggio di queste giornate ai fini della disoccupazione agricola».
Lo spettro della perdita di lavoro è stato agitato da più di uno dei partecipanti all'incontro. Il presidente provinciale di Confesercenti Arturo Linguanti ha riferito di supermercati rimasti chiusi perchè senza più merce da vendere. E poi c'è la situazione assai difficile determinatasi nelle grandi industrie del petrolchimico. «Non può ancora accadere - ha detto il presidente provinciale di Confindustria Aldo Garozzo - che si faccia ritardare di ore un cambio di turno. Non si può correre il rischio che gli addetti al funzionamento di questi impianti operino senza poter garantire la necessaria soglia di attenzione».
Intanto sul fronte delle presunte infiltrazioni della criminalità organizzata nella protesta, si muove la magistratura. Dopo la denuncia del presidente regionale di Confindustria Ivan Lo Bello ieri il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha dichiarato che si sta «predisponendo un fascicolo. È un fascicolo d'indagine «modello 45», dunque ancora senza indagati nè ipotesi di reato, quello aperto dalla Procura palermitana. Messineo lo ha affidato all'"aggiunto" Ignazio De Francisci. «Ci muoviamo sulla base degli elementi raccolti in questi giorni – spiega Messineo – e delle indicazioni provenienti da ambienti qualificati di Confindustria. Le notizie ricevute vanno comunque verificate».
La Procura non è invece competente a indagare sui blocchi stradali in sè e per sè, perchè questi fatti sono stati depenalizzati e i magistrati non coordinano le vicende riguardanti l'ordine pubblico.
Ma non è questa l'unico aspetto su cui la magistratura ha acceso i riflettori. La Digos, infatti, sta indagando sulla presenza e sul ruolo di estremisti di destra e di sinistra. La protesta ha ottenuto il sostegno, tra gli altri, di Forza nuova e dei centri sociali.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 1/21/2012
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