Lipari- Si chiama Giuseppe Coci, ha 49 anni, fà l'operaio ma anche l'agricoltore ed è residente nel piccolo comune nebroideo di Sinagra. Dopo un drammatico incidente con la motozappa, a causa del quale ha riportato molteplici fratture, anche esposte, alla gamba destra, e un primo intervento all'ospedale di Patti si è diretto in due istituti ortopedici del nord, a Madonna di Campiglio prima e a Bologna dopo. Gli avevano comunicato che per l'avanzato stato di una forte infezione, si rendeva necessaria l'amputazione dell'arto. Tornato in Sicilia, gli hanno suggerito di sottoporsi alle cure della camera iperbarica dell'Ospedale di Lipari dove, dopo un periodo di intensi trattamenti, gli hanno salvato l'arto inferiore. Oggi Coci, che mai avrebbe immaginato di doversi recare a Lipari per guarire, è tornato a sorridere e a guardare con più fiducia alla vita perchè sta intravedendo la fine del suo calvario. Che inizia, lo scorso 27 Aprile. L'uomo stava lavorando la terra quando improvvisamente ha perso il controllo della motozappa. La macchina utensile gli finisce sulla gamba destra dilaniandogli tibia e perone e procurandogli, quindi , gravi fratture scomposte ed esposte. Coci, viene subito trasferito all'ospedale di Patti dove viene sottoposto ad un primo urgente intervento. Ma dopo una settimana si scopre che le ferite non si rimarginano per la presenza di una grave infezione. All'operaio viene, dunque, consigliato di recarsi in alcune strutture specializzate. Ma il viaggio della speranza al nord, nella ridente località trentina di Madonna di Campiglio prima e all'Istituto Ortopedico Rizzoli del capoluogo emiliano dopo, non sortiscono gli effetti sperati. Tutt'altro: l'infezione va verso la cancrena e i professori gli comunicano che non ci sono alternative all'amputazione. L'operaio di Sinagra, non si abbatte. Scende nuovamente nella sua Sicilia, a Patti, e informa del triste esito della sua disperata trasferta il primario di ortopedia del locale nosocomio, il prof. Sabatino Carianni. L'ortopedico non demorde. Il processo di necrosi dei tessuti va arrestato. La gamba deve guarire per conservare le speranze di eseguire un nuovo intervento chirugico. Il prof. Carianni suggerisce, quindi, come estremo tentativo il trasferimento del paziente a Lipari, nel reparto di medicina iperbarica dell'ospedale isolano. Centro dove ogni estate si salvano diverse vite umane, soprattutto dei sub colti da embolia. Dopo un ventina di giorni di trattamenti OTI ( diffusione dell'ossigeno puro nei liquidi corporei fino a 15 volte superiore a quella normale) in Camera iperbarica, spesso anche per due volte al giorno, sotto l'attenta supervisione dell'equipe del dott. Antonino Indaimo, sono stati riattivati i processi metabolici deficitari e la gamba è fuori pericolo. Giuseppe Coci, ricoverato nel reparto di chirugia dello stesso ospedale, oggi è in attesa di sapere quando potrà essere sottoposto al nuovo intervento per tornare a camminare. Dal sud, da una struttura disagiata ma solo perchè isolata un esempio di buona sanità che riempie d'orgoglio e che da fiducia per il futuro.
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 6/5/2007
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