Gazzetta del Sud
Milazzo-Riassegnare l'auto medica del 118 con rianimatore alla provincia di Messina che da anni non ha più la presenza di una tale figura a bordo delle ambulanze.
La richiesta all'assessore alla Salute, Massimo Russo è stata presentata dalla sezione siciliana dell'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani emergenza area critica) che ritiene tale intervento «fondamentale per assicurare il diritto alla vita del malato in alcune condizioni quando l'attività rianimatoria è indispensabile per salvare pazienti in condizioni gravissime.
«Abbiamo appreso che l'on. Picciolo ha annunciato l'arrivo di un'auto medica a Taormina esprimendo soddisfazione per l'organizzazione del Sues 118 nella provincia di Messina – afferma il dottor Antonio Lamberto, consigliere regionale – ma credo che facesse riferimento solo al fatto economico. La nostra provincia è infatti l'unica in Italia dove sono stati tolti gli anestesisti rianimatori dalle ambulanze e quindi adesso l'utenza è priva di un reale soccorso di rianimazione avanzato nei casi di arresto cardio-respiratorio in ictus, infarti, traumi gravi, ustioni».
« E aggiungo– prosegue il dottor Antonio Lamberto– che sull'auto medica, che dovrebbe essere usata per far giungere sul luogo dei casi più gravi un rianimatore, in supporto ai medici generici questa figura non ci sarà mai sempre in quell'ottica di risparmio delle spese».
«Non erano queste però le promesse fatte dall'assessore Russo nel corso dell'incontro con la nostra associazione. In quella circostanza aveva garantito che l'impegno di riportare il livello di sicurezza per gli utenti ad un livello pari a quello delle altre provincie italiane».
«Ma – conclude il dottor Lamberto – ci era stato assicurato anche l'ampliamento delle rianimazioni con 4 posti letto fino a 6 posti per risolvere l'annoso problema dei trasferimenti alla ricerca di posti per malati gravissimi; il coinvolgimento degli anestesisti nella rimodulazione dei punti nascita regionali e la realizzazione della parto analgesia in tutti i reparti ginecologici. Le cose da rivedere per garantire la gestione dell'emergenza al massimo livello sono tante e solo con la collaborazione di chi come gli anestesisti ci vive 24 ore su 24 è possibile analizzarle con lucidità evitando che, per problemi organizzativi, sia lasciato spazio al caso o alla fortuna nella gestione del paziente in stato di criticità».(g.p.)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 3/29/2012
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