Gazzetta del Sud
MILAZZO- È stato detto in tutte le salse: quel pontile è stato realizzato senza che esistessero i presupposti tecnici per farlo in quel punto del porto ed è in aperta disarticolazione rispetto agli indirizzi del Prg portuale.
Nessuno è stato però in grado di opporsi in modo deciso e anzi ci sono estemporanee, incomprensibili indicazioni degli amministratori del tempo. Oggi il rischio è quello di trovarsi una incompiuta, o quantomeno un'opera che risulta essere finita ma non sappiamo se e in che modo potrà essere utilizzata.
Il nuovo pontile degli aliscafi della banchina Luigi Rizzo è nato male, inserito in uno stretto bacino acqueo già occupato da un porticciolo turistico. Cosa potrà offrire è tutto da verificare. Nel frattempo sono noti solo i problemi che hanno sino ad ora impedito il collaudo e anzi corrono il rischio di determinare tutta una serie di corto circuiti istituzionali. La ragione? Presto detto. È di qualche giorno una lettera che comandante della Capitaneria, Fabrizio Coke che ha inviato all'Autorità portuale in merito. «Noi siamo pronti – afferma l'ufficiale – ma attendiamo l'autorizzazione da parte dell'Autorità portuale e soprattutto la rimozione di alcuni moduli galleggianti del porticciolo turistico privato, attualmente posizionati in prossimità del pontile, al fine di permettere il regolare e sicuro svolgimento delle operazioni di ormeggio».
Una richiesta che la Capitaneria peraltro aveva già avanzato. A quanto pare, se non sarà ridimensionato il porticciolo "Marina del Nettuno" quel pontile non potrà funzionare in sicurezza. Ma perché nessuno ci ha pensato al momento della progettazione visto che l'approdo turistico era esistente? «Dopo il collaudo abbiamo spiegato come stessero le cose – prosegue il comandante del porto – ma sino ad ora l'Autorità portuale non ha riscontrato questa nostra necessità inviandoci un progetto della ditta concessionaria per la rimodulazione del porticciolo turistico privato alla luce dell'entrata in funzione del pontile. Ne prendiamo atto, ma al tempo stesso va chiarito che qualsiasi ampliamento o revisione dovrà essere valutata nel contesto di un procedimento amministrativo che prescinde dalla rimozione dei moduli già esistenti, per lasciare libero lo specchio acqueo antistante il tratto di banchina Luigi Rizzo (45 metri) a partire dalla base del nuovo pontile d'accosto mezzi veloci sino al nuovo confine della concessione. Senza tutto ciò non si potrà nulla». Il comandante Coke, nella lettera, ha anche chiesto all'A. P. documentazione attestante i pescaggi del pontile e soprattutto la concessione demaniale rispetto alla stazione marittima. «Ciò per capire anche i tempi e le modalità di entrata in esercizio della stessa, visto che una volta operativo il pontile aliscafi dovrà avere un accesso. E sino ad ora non abbiamo questo riferimento». Ma, oltre al pontile c'è un'altra questione che mette in evidenzia come spesso tra Capitaneria e A. P. esistano problemi di competenza che finiscono col rendere ancora più complessi i problemi.
Questione approdi ad esempio. La competenza specifica è dell'Autorità portuale che però non ha mai pensato di assegnare i moli alle società di navigazione, limitandosi a fissare delle destinazioni d'uso. L'ultimo provvedimento ufficiale risale addirittura a dieci anni fa.
È infatti datata 20 giugno 2022, un'ordinanza del commissario dell'Autorità portuale, Giuseppe Venuti che richiamando un parere dell'Avvocatura dello Stato non dà la concessione delle banchine alle varie società, ma prevede una assegnazione. "Tale provvedimento prevede in generale quello che oggi avviene – spiega il comandante Coke - ma non contempla tutto il traffico sorto negli anni successivi, penso ad esempio ai natanti delle minicrociere che in atto sono ormeggiate su una banchina ad uso commerciale. Per loro c'è stata successivamente una autorizzazione dell'Autorità portuale.
La Capitaneria interviene invece con riferimento al rispetto delle norme sulla sicurezza. Dopo alcuni problemi registratisi a gennaio il comandante Coke si è attivato per definire la questione e dopo una serie di incontri ha chiesto all'Autorità portuale di fornire una pianificazione degli ormeggi. "Attendo riscontro per poter procedere – prosegue il comandante -. Il nostro porto ha un numero limitato di banchine e quindi è doveroso utilizzare gli spazi a disposizione nel modo opportuno, nel rispetto delle norme vigenti in materia di ambiente e sicurezza. Una cosa deve essere chiara: privilegi non possono essercene e l'assegnazione delle banchine deve rispettare la tipologia di servizi svolto dal natante. Inoltre esiste una ordinanza del 2009 che disciplina la navigazione, gli ormeggi e la sosta delle navi mercantili all'interno del porto che va rigidamente rispettata. Il mio obiettivo è quello di rimodulare l'intera questione anche perché oltre alla sicurezza della navigazione all'interno del porto, che resta la priorità c'è anche la necessità di garantire ai natanti servizi adeguati agli standard europei. Certo comprendo bene che togliere certe abitudini richiede tempo». (g.p.)
(peppepaino@gmail.com)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 4/8/2012
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