Michele Merenda
SALINA – L’edizione speciale del SalinaDocFest 2012, “Esercizi di Resistenza”, è entrata nel vivo. Nel pomeriggio di ieri, infatti, nel Centro congressi all’interno della Struttura polifunzionale del comune di Malfa è cominciato il concorso del cinema documentario che quest’anno è stato denominato “Quale Futuro?”. Le prime tre di otto proiezioni complessive. «Otto film – dichiara il direttore Giovanna Taviani – che apparentemente raccontano il tempo che si è fermato, ma che tra le righe narrano una volontà di resistenza, la necessità di un altro futuro, diverso da quello che era il passato e diverso da quello che avevamo immaginato, al di là di quello che si è o che si è fatto, al di là di come o di dove si vive, al di là di quello che gli altri ci chiedono di essere. Otto film che vogliono capire cosa ci sta capitando. Nella società dell’immagine e dell’immaginario appiattito, il concorso del Salinadocfest racconta l’urlo dell’individuo, lo sbigottimento rispetto al tempo che corre più veloce di noi, che ci chiede di non invecchiare e che ci rende continuamente ed improvvisamente vecchi ed inutili». Il concorso è stato preceduto da “Boatman” di Gianfranco Rosi (per l’appuntamento “Incontro con gli autori”), film di esordio di uno dei più interessanti e premiati documentaristi italiani, e di “Cadenas” di Francesca Balbo, il primo appuntamento della sezione “LeDonneRaccontano”. In serata è stato proposto uno dei più importanti successi dell’ultima Mostra del Cinema di Venezia: “La nave dolce” di Daniele Vicari. Intanto, l’edizione si è aperta giorno 20 nella piazza di S. Marina Salina con la sezione “LeCarceriRaccontano”, in cui è stato proiettato il suggestivo e pluripremiato “Cesare deve morire” di Paolo e Vittorio Taviani (quest’ultimo padre di Giovanna, che proprio giovedì scorso compiva gli anni), girato con i componenti della Compagnia teatrale di Rebibbia. Era presente Salvatore Striano, ex detenuto ed oggi attore, che nel film impersonava Bruto. «Gli attori impegnati – ha ricordato Striano – erano 20, ma i detenuti ben 150. Si può ben capire la difficoltà di girare le scene nel massimo silenzio. Dopo una settimana tutto si era annullato, anche i ruoli all’interno del carcere, eravamo diventati una grande famiglia. Oggi, grazie ai fratelli Taviani, sono letteralmente “traumatizzato di gioia”. Il cinema ed il teatro – ha detto visibilmente commosso l’attore – mi hanno fatto ritrovare me stesso. Creare un film è come fare l’amore ed i festival sono i figli che nascono. Uccidere un festival, equivale ad uccidere un figlio». Striato ha poi letto un messaggio dei due registi, impossibilitati a raggiungere Salina per impegni professionali. Nella medesima sezione è stato proiettato “Il Gemello” di Vincenzo Marra e l’anteprima-estratto di “Largo Baracche”, nuovo documentario di Gaetano di Vaio (entrambi i registi presenti alla serata). Sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di S. Marina Massimo Lo Schiavo, l’assessore alla cultura di Malfa Clara Rametta e l’assessore alle pari opportunità di San Miniato (paese natio dei Taviani) Giuditta Giunti.
Si ricorda che al termine di ogni proiezione, come è ormai consuetudine di un festival che ha come principale vocazione la diffusione popolare del genere documentario, il pubblico potrà incontrare gli autori e discutere con loro le suggestioni dell’opera. E questa sera, a S. Marina Salina, da non perdere il concerto di Edoardo Bennato preceduto dalla presentazione in anteprima assoluta di “La librai di Marrakech” della scrittrice marocchina Jamila Hassoune.
(nelle foto: Giovanna Taviani e Salvatore Striato, Salvatore Striato che legge la lettera dei fratelli Taviani)
a cura di Peppe Paino
Data notizia: 9/22/2012
dalla nostra Daniela Bruzzone
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