Abusivismo edilizio, 147 immobili da demolire

Leonardo Orlando Il territorio da Barcellona fino alle Eolie resta ostaggio dell'abusivismo edilizio. A più di due anni dalla sottoscrizione del protocollo d'intesa con la Procura generale, i Comuni hanno fatto ben poca cosa per eseguire le demolizioni dei 147 fabbricati abusivi individuati nei 26 centri - tra paesi e cittadine - che ricadono nella giurisdizione del Tribunale di Barcellona e suscettibili di abbattimento per effetto di sentenze di condanna divenute definitive. Il protocollo sottoscritto il 12 gennaio del 2010 tra Autorità giudiziaria e Comuni, con priorità a Barcellona, considerata - stando ai dati la capitale siciliana dell'abusivismo e delle sanatorie – e poi Lipari e Terme Vigliatore, non ha sortito gli effetti annunciati. Il Comune di Barcellona che con l'ex sindaco di Barcellona Candeloro Nania ed il tecnico comunale Orazio Mazzeo, avevano sottoscritto in Procura il verbale con il quale si stabiliva un primo elenco di opere abusive da demolire che per Barcellona, all'epoca, erano solo quattro, non ha ancora effettuato nessun abbattimento di manufatti. All'ufficio tecnico di Palazzo Longano, l'ing. Orazio Mazzeo, tentennando accenna soltanto al fatto che a quanto pare i fabbricati oggetto di sentenza di condanna definitiva che prevedeva nel contempo la demolizione avrebbero ottenuto nelle more “la concessione in sanatoria”. Nessun'altra spiegazione nonostante in tanti casi nella Città del Longano sono stati realizzati manufatti in zone di inedificabilità assoluta o senza la necessaria concessione edilizia. Il protocollo tra Procura generale e comuni aveva stabilito che in via prioritaria dovevano essere abbattuti i fabbricati abusivi per i quali era stata pronunciata sentenza di condanna definitiva. Per tutte le sentenze invece per le quali - anche in presenza di manufatti abusivi - era stata dichiarata la prescrizione dei reati dovevano agire solo i comuni con l'adozione di provvedimenti amministrativi. Si trattava di eseguire le sentenze penali pronunciate in via definitiva e nelle quali è prevista la demolizione dei fabbricati. Oltre ai quattro fabbricati di Barcellona mai demoliti, c'è il caso del Comune di Terme Vigliatore dove vi sono degli immobili "simbolo" dell'abusivismo, uno dei quali tra l'altro oggetto in passato di una interrogazione parlamentare e che in precedenza nessuno ha saputo demolire nonostante un tentativo - fallito sul nascere - di coinvolgimento del Genio militare da parte della stessa Procura retta all'epoca dall'ex procuratore Rocco Sisci. E la priorità è stata data al fabbricato abusivo costruito sul litorale di contrada Cannotta di proprietà dell'imprenditore Antonino Palano, presidente della “Lacai”, l'associazione antiracket, e relativo al procedimento penale n. 3 del 2005. Dopo interminabili schermaglie giudiziarie qualche mese fa il rustico è stato demolito. Resta ancora in piedi lo scheletro della villetta di contrada Maceo relativo di proprietà del vice presidente della stessa associazione antiracket Francesco Branca a cui corrisponde il procedimento penale n. 6 del 2007. Non è stata ancora abbattuta invece la villetta costruita in contrada Salicà dal referente locale della cosca dei "Barcellonesi", il boss Nunziato Siracusa. L'elenco dei 147 fabbricati da demolire è ancora lungo, sia a Terme Vigliatore, ma anche a Milazzo e alle Isole Eolie.

a cura di Peppe Paino

Data notizia: 11/9/2012

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